Se mi leggete già da un po’, sicuramente sapete che difficilmente scelgo le isole per i miei viaggi estivi, perché le associo immediatamente a vacanze di solo mare: su Lanzarote, invece, mi sono dovuta ricredere, e anche alla svelta. Quest’isola, infatti, neppure la più grande dell’arcipelago delle Canarie, offre una vasta gamma di proposte per chi non si vuole limitare a sdraiarsi su un lettino a prendere il sole, ma anzi vuole scoprire una terra particolare, in cui le tradizioni del dominio spagnolo si mescolano all’influenza del vicino Marocco. Le attrazioni da vedere a Lanzarote sono veramente tante, e accontentano i gusti di tutti, dal momento che spaziano dalle bellezze naturali a quelle più culturali ed artistiche: pronti a scoprire quali sono insieme a me?
Attrazioni da vedere a Lanzarote: guida alle più famose
1. La Geria
La Geria è una zona interna dell’isola dedicata alla produzione di vino, dove lo spettacolo è particolarissimo, in quanto vi si presenteranno agli occhi intere distese di piccoli muretti di sassi circolari, all’interno dei quali crescono le viti di malvasia e di moscato, che vengono così protette dal vento Aliseo che qui soffia in continuazione.
Le piante sono immerse in imbuti di cenere lavica profondi fino a 2 metri e questa condizione del terreno così particolare fa sì che si produca un vino eccellente, molto amato dagli abitanti dell’isola. Io essendo praticamente astemia non vi posso però dare un mio parere personale!
2. Monumento e Casa Museo del Campesino
Proprio per premiare il lavoro dei laboriosi contadini de La Geria, l’architetto dell’isola, César Manrique, ha dedicato loro il Monumento ai Campesinos, detto anche monumento alla fertilità, che troneggia davanti all’ingresso della Casa Museo del Campesino, luogo ideale da visitare se volete conoscere anche un po’ della storia dell’isola e delle sue usanze riguardanti soprattutto il mondo agricolo.
Ad una prima occhiata, la Casa Museo del Campesino più che ad un museo vero e proprio mi ha fatto pensare ad un villaggio piccolissimo, con le sue casette rigorosamente bianche con le persiane verdi, in netta contrapposizione con il terreno scuro tutto intorno. L’entrata è completamente libera e gratuita, così come l’ampio parcheggio dove lasciare l’auto, anzi, in realtà non c’è proprio nessuno che controlla l’intero complesso.
Comunque, a parte qualche manufatto o attrezzo agricolo esposto, la Casa Museo non ci ha entusiasmati più di tanto, quindi vi consiglio di farci solo un giro veloce, non vi porterà via molto tempo.
3. El Golfo
Una delle attrazioni di Lanzarote che proprio non dovete perdervi è El Golfo, perché qui troverete davvero un paesaggio che vi lascerà senza fiato.
El Golfo è un cratere che si è formato direttamente sulla costa, ed il lato che dà sul mare è stato completamente distrutto dall’acqua. Ma la caratteristica ancora più impressionante di questo luogo è che, all’interno del cratere, si è formata una laguna di colore verde brillante, che deve il suo particolare riflesso alla presenza di una pietra tipica del luogo, l’olivina, di colore per l’appunto verde oliva. Lo spettacolo di colori è sensazionale perché la laguna è poi separata dall’oceano da una striscia di sabbia nera.
L’accesso al golfo è consentito solo a piedi, quindi si lascia la macchina in un parcheggio gratuito all’inizio del percorso. Devo avvisarvi che la discesa è piuttosto problematica, perché i piedi affondano in un misto di sabbia e ciottoli e non c’è niente a cui aggrapparsi se non la parete di roccia: comunque senza avere fretta tutti ce la possono fare e lo spettacolo che si gode dall’alto ti ripaga degli sforzi.
Una volta arrivati in fondo alla discesa si può ammirare la laguna verde da vicino e farsi un bel giro sulla spiaggia nera, che non è come tutte le altre spiagge dove siete stati in precedenza, in quanto la sabbia è parecchio compatta e i piedi non affondano per niente. Dalla spiaggia il percorso procede ancora lungo la costa, appena sopra le onde dell’oceano che si infrangono impetuose sulle rocce. Vi consiglio per questo giro di portare con voi una giacca, da queste parti tira sempre un bel po’ di vento! La risalita, per fortuna, anche se non credevo, è stata meno faticosa della discesa.
4. Los Hervideros
Un’altra delle bellezze naturali imperdibili dell’isola sono Los Hervideros, tradotto letteralmente con “acque bollenti”, alte scogliere di roccia lavica colpite incessantemente da onde gigantesche. Con il tempo il flusso dell’acqua ha scavato all’interno delle rocce un dedalo di gallerie e cunicoli, che i turisti possono percorrere a piedi ammirando il blu cobalto del mare ancora più da vicino.
Quando siamo andati noi il mare era abbastanza tranquillo, anche se avevo letto che il momento migliore per visitare questa attrazione è durante le alte maree o durante i giorni in cui ci sono grandi onde, per assaporare tutta la potenza, a volte anche spaventosa, dell’oceano.
5. Saline del Janubio
Vicino a Los Hervideros e a circa 9 chilometri a nord di Playa Blanca è anche possibile visitare, solamente dall’alto, le Saline del Janubio, le più grandi delle Canarie, una vera e propria distesa di riquadri colorati.
La laguna di cui fanno parte ebbe origine nel 1730 da una serie di eruzioni vulcaniche del Timanfaya, che crearono una barriera di lava tra il mare e la terraferma, profonda circa 3 metri. Le saline furono iniziate nel 1895, da Don Vicente Lleó Benlliure su quelli che un tempo erano campi di grano e mais, e portate a termine dal nipote che continuò i lavori fino a completarli nel 1945.
Per lungo tempo le saline hanno prodotto una notevole quantità di sale anche per l’estero, ma nel corso del XX secolo hanno perso parte della loro importanza, iniziando a rivolgersi prevalentemente al mercato interno dell’isola o a quello dell’arcipelago delle Canarie.
6. Jardin De Cactus
Il Jardin De Cactus è stata l’ultima opera di Manrique, terminata nel 1991. L’ambientazione dei cactus è molto scenografica, in quanto questi sono disposti all’interno di un enorme anfiteatro di roccia vulcanica, percorribile a livelli concentrici salendone i gradoni. Qui sono conservate ben 9700 piante di cactus di ogni forma e dimensione, tra le quali si possono individuare più di mille specie diverse provenienti da tutto il mondo: alcuni sono i cactus dalle forme più comuni che capita spesso di vedere anche nei film, altri hanno davvero delle caratteristiche particolari.
Dopo aver percorso i gradini lungo i quali sono disposti i cactus, si può salire da un’ulteriore rampa di scale al vecchio mulino che domina l’anfiteatro, dal quale si può avere una visione completa del giardino dall’alto.
Ridiscesi dal mulino, abbiamo visitato le grandi aiuole nella parte “piana” del giardino: anche qui abbiamo scoperto begli esemplari di cactus davvero particolari, a volte con fiori dai colori sgargianti che li facevano spiccare particolarmente sullo scuro terreno lavico.
7. Jameos del Agua
E sempre di colori si parla nella prossima tappa del nostro itinerario, ma stavolta il protagonista cambia e diventa incontrastato l’azzurro: mi riferisco ai Jameos del Agua, con la bella scultura di un gambero che indica l’entrata.
I Jameos del Agua sono una serie di cavità e di grotte che si sono formate a seguito dell’eruzione del vulcano Corona. Questo è l’habitat di una specie di gamberi ciechi ed albini unica al mondo (da qui il gambero all’entrata), che noi però non abbiamo avuto la fortuna di vedere.
Sempre grazie all’estro dell’architetto César Manrique, una parte di queste grotte è stata modellata e resa accessibile ai visitatori, che possono così immergersi nelle sue cavità abbellite da terrazze, giardini, ristoranti e bar. Da una prima parte proprio dedicata alla ristorazione con tavolini e divanetti posizionati nel contesto suggestivo della roccia, si accede alla grotta vera e propria, caratterizzata da un’acqua cristallina nella quale è anche possibile gettare una moneta ed esprimere un desiderio e attraversabile grazie ad un piccolo sentiero scavato nella lava.
Dalla grotta si raggiunge un’altra parte davvero spettacolare dei Jameos, ovvero una vasca di acqua azzurrissima circondata da palme e piante esotiche, dove vi consiglio di portarvi gli occhiali da sole perché il bianco del fondale rischierà di accecarvi!
8. Cueva de los Verdes
Vicino ai Jameos del Agua e sempre formatasi dall’eruzione del vulcano Corona, è possibile ammirare anche la Cueva de los Verdes, una caverna vulcanica sotterranea a cui si può accedere unicamente con visite guidate.
Qui ci si può introdurre per circa 2 chilometri nelle viscere della terra e assistere a fenomeni ottici particolarmente interessanti: ad esempio, ad un certo punto, vi sembrerà di essere sull’orlo di uno strapiombo, mentre in realtà c’è solo uno sottile strato d’acqua sul quale si riflettono le rocce: prima la guida vi dice di fare attenzione a non cadere di sotto, poi getta un sasso nel laghetto ed ecco svelato il trucco!
9. Mirador del Rio e l’Isola La Graciosa
Il Mirador del Rio è il punto panoramico più famoso dell’isola, costruito sempre dall’architetto César Manrique su una parete rocciosa a picco sul mare.
Il panorama da qui è davvero mozzafiato ed inoltre è l’unico punto da cui è possibile ammirare la piccola isola de La Graciosa, proprio di fronte alla punta più a nord di Lanzarote. Questa isoletta è prevalentemente desertica ed il suo terreno brullo contrasta in maniera netta con il blu del mare che la circonda. E’ possibile raggiungerla in traghetto e trascorrerci una giornata di pieno relax.
Se le giornate sono limpide e poco ventose, potrete godervi lo spettacolo direttamente dai balconi a picco sul mare, altrimenti se il clima non è dei migliori si può restare al riparo nella zona del ristorante, ammirando il panorama al coperto attraverso le vetrate.
10. Castello di San Gabriel
Il Castello di San Gabriel si trova ad Arrecife, su una piccola isola chiamata Isola degli Inglesi, ed originariamente venne costruito in legno, salvo poi essere ricostruito in pietra in seguito all’incendio provocato dai pirati berberi. Da allora, ha rivestito un ruolo fondamentale nella protezione del porto e della città.
La fortezza è stata dichiarata Monumento Storico Nazionale nel 1972 e ospita un piccolo museo etnografico, che noi ci siamo limitati a visitare soltanto dall’esterno.
11. Castello di San José
Il Castello di San José si trova anch’esso ad Arrecife, ed è un’antica fortezza militare costruita nel XVIII secolo per aiutare il vicino Castello di San Gabriel nella difesa, chiudendo, in combinazione con esso, la baia sul suo fianco settentrionale.
Arrivato ai giorni nostri in perfette condizioni, ospita oggi il Museo di Arte Contemporanea, allestito sempre su iniziativa dell’architetto Manrique. Sinceramente, l’allestimento nel suo complesso non mi ha entusiasmato, ma d’altronde non amo molto l’arte contemporanea, quindi lascio a voi giudicare quando lo visiterete!
12. Fondazione César Manrique
Come avrete già potuto intuire da quanto scritto sopra, l’architetto César Manrique è sicuramente la personalità artistica più influente di Lanzarote, che ha contribuito a modificare e ad arricchire grazie al suo estro e alla sua fantasia. Girando per l’isola, non si può fare a meno di imbattersi nelle sue opere, sia che si tratti di semplici statue o di complessi monumentali che ben si amalgamano con la conformazione del territorio stesso. Tuttavia, il luogo dove si può trovare la concentrazione maggiore delle sue opere è a Teguise, all’interno della Fondazione César Manrique. In realtà la Fondazione sorge proprio dentro ad una delle case dell’architetto, che nel 1992 fu aperta al pubblico e trasformata in un Museo d’Arte Moderna a tutti gli effetti.
La Fondazione è, come la maggior parte delle costruzioni dell’isola, totalmente dipinta di bianco all’esterno, e non appena si supera la biglietteria ci si accorge della varietà della vegetazione che decora i vialetti d’entrata. La struttura della casa-museo è comunque molto particolare, in quanto è costruita su una colata lavica e comprende cinque bolle vulcaniche di grandi dimensioni. E’ stato sorprendente vedere come Manrique sia riuscito ad inserire in maniera totalmente armoniosa i suoi elementi architettonici in un contesto naturale già preesistente, creando opere di design davvero originali.
Nella prima parte del percorso si rimane all’aperto: qui l’architetto Manrique ha creato un vero angolo relax, comprensivo di piscina, un forno e un barbecue, e attraverso scalini scavati nella roccia si giunge all’interno delle bolle, ognuna delle quali è caratterizzata da mobili e decorazioni di un determinato colore, per renderle una diversa dall’altra. Ogni dettaglio è una vera opera d’arte e nell’insieme si crea un ambiente molto suggestivo, che non mi era mai capitato di vedere da altre parti.
Risalendo nella parte finale del giardino, si arriva all’enorme e colorato murales nei pressi dell’uscita, davvero unico nel suo genere in quanto Manrique ha utilizzato frammenti di roccia vulcanica per tracciare i contorni delle figure.
Usciti dalla Fondazione, è poi possibile ammirare nei pressi del parcheggio e in una rotonda appena più avanti, altre due opere dell’artista costruite con elementi in movimento, che sfruttano la costante forza del vento per roteare su se stessi. Un’altra struttura di questo tipo è presente anche nel giardino all’interno del museo, e altre sono sparse lungo le strade dell’isola.
Questa è la mia guida completa sulle attrazioni da vedere a Lanzarote che vi consiglio, alle quali ne aggiungo una ulteriore, il Parco Nazionale del Timanfaya, al quale ho già dedicato un post a parte e dove potrete provare l’immancabile giro in cammello. Come avete visto, su quest’isola non troverete di certo il tempo di annoiarvi!
Vi lascio qui sotto qualche altra esperienza da provare a Lanzarote.