Se mi chiedessero adesso, a caldo, se sia possibile visitare i Musei Vaticani al meglio, sarei molto indecisa sull’eventuale risposta: dipende, direi. Il fatto è che questa attrazione rientra tra i musei più visitati al mondo, secondo soltanto al Louvre di Parigi, quindi è assolutamente normale (purtroppo) mettere in conto il grandissimo afflusso di turisti che troverete al suo interno.
Riuscire a vedere i Musei Vaticani in condizioni ottimali è a mio parere impossibile, certamente però si possono mettere in atto alcuni accorgimenti per cercare di rendere la vostra visita non troppo traumatica a livello fisico e organizzativo.
Visita ai Musei Vaticani: quali biglietti scegliere?
Noi, per la nostra visita ai Musei Vaticani, ci siamo affidati direttamente a Get Your Guide, e a posteriori lo rifarei mille volte. I prezzi sono un po’ più alti del biglietto ufficiale, ma hanno un vantaggio secondo me impagabile: sono biglietti saltafila. Considerate che c’è una corsia dedicata a chi ha già questo tipo di voucher, basta farsi scannerizzare velocemente il codice e all’interno si scambiano con un normale ticket in biglietteria.
Una volta al portone ho visto tanti turisti fare come noi, più di qualunque altra attrazione in cui sono stata in precedenza, quindi credo che esista una forte collaborazione fra i musei e questa piattaforma.
La fila di chi era in attesa per acquistare il biglietto sul posto che abbiamo oltrepassato è stata comunque notevole, e questo non ha prezzo, soprattutto nei mesi più caldi (o più freddi).
Esiste anche la possibilità di comprare i biglietti direttamente sul sito al prezzo base, ma la disponibilità è davvero limitatissima (ad ottobre cercando per agosto ed essendo soltanto in due), quindi dovreste pianificare il viaggio con parecchi mesi di anticipo. In entrambi i casi, i biglietti non sono comunque rimborsabili.
Esiste anche la possibilità di accedere gratuitamente ai Musei Vaticani l’ultima domenica del mese (aperti eccezionalmente in quanto in questa giornata sono chiusi), ma mi riferiscono di file davvero improponibili, quindi se volete tentare vi consiglio di arrivare lì ben prima dell’orario di apertura…
Musei Vaticani: quando andare e quanto tempo dedicare alla visita
Noi abbiamo visitato i Musei Vaticani il 19 agosto, avendo a disposizione un weekend a Roma in quelle date, ma non è sicuramente il periodo ideale, considerata la vasta mole di turisti stranieri che viene in Italia in quel mese. Non escludo che l’afflusso sia consistente anche in altri momenti, ma se si riesce ad evitare i periodi di ferie e le feste comandate è sicuramente meglio.
Per quanto riguarda invece quanto tempo dedicare ai Musei Vaticani, io mi sentirei di suggerirvi un giorno intero, tante sono le cose da ammirare: noi avevamo il biglietto prenotato per le 14,30, siamo riusciti ad entrare quasi mezz’ora prima e siamo rimasti fino alla chiusura estiva del sabato sera, alle ore 20, per un totale di 5 ore e mezza. Nonostante questo, non siamo riusciti a vedere un paio di sale e alcune abbiamo dovuto attraversarle in maniera abbastanza frettolosa; tenete anche presente che l’uscita dalle sale è prevista 30 minuti prima della chiusura museale.
Noi al momento della prenotazione abbiamo trovato posto solo per il pomeriggio, ma se riuscite vi consiglio di venire qui dalla mattina e dedicare ai Musei il tempo necessario, all’interno è previsto anche un punto ristoro dove poter pranzare. Per controllare tutti i giorni e gli orari di apertura (molto variabili in base ai periodi), vi rimando al sito ufficiale.
Fate attenzione perché se optate per i mesi estivi dovrete evitare canottiere troppo scollate e pantaloncini o gonne sopra al ginocchio, se non avrete altri indumenti per coprirvi vi verranno forniti dei foulard dal personale di servizio.
Musei Vaticani: visita autonoma, guidata o audioguida?
Personalmente, noi abbiamo scelto di visitare i Musei Vaticani in maniera autonoma, come facciamo la maggior parte delle volte, per procedere seguendo i nostri ritmi. Al biglietto era possibile aggiungere anche un’audioguida con un costo aggiuntivo, ma abbiamo scelto di non prenderla perché la visita si sarebbe allungata in modo esponenziale.
Abbiamo visto che la maggior parte delle persone ha deciso di affidarsi a tour guidati, molto utili se si vogliono avere informazioni aggiuntive sulle singole sale o opere, ma troppo frettolosi per le nostre esigenze, che ci fermiamo spesso a fotografare quello che più ci interessa. Se però la visita guidata è quello che fa al caso vostro, vi consiglio come per i biglietti di prenotare abbastanza in anticipo:
Visitare i Musei Vaticani: cosa vedere
I Musei Vaticani riuniscono all’interno una delle collezioni più imponenti ed estese del mondo appartenenti alla Chiesa cattolica, con più di 70.000 oggetti esposti su una superficie di 42.000 metri, e vedere tutto nel dettaglio è difficilmente fattibile.
Alla biglietteria vi verrà consegnata una piantina dove è indicato il senso del percorso e a grandi linee le aree più importanti (non tutte le sale sono esplicitate), viene comunque segnalato il punto di inizio della visita e seguendo il flusso di persone non dovreste sbagliare direzione.
Esistono due tipi di percorsi, uno completo e uno breve, quest’ultimo con due deviazioni di alcune aree, e che conducono entrambi alla Cappella Sistina, situata verso la fine della visita e nucleo centrale dei Musei Vaticani. Io vi consiglio assolutamente il percorso completo, perché seguendo l’altro, non vengono tolte parti meno importanti, ma vi perdereste dei tesori di rara bellezza.
Qui sotto vi segnalo l’itinerario che abbiamo seguito noi, indicandovi quali sono le sale dei Musei Vaticani da non perdere:
Museo Egizio: situato al 2° piano, è il punto di inizio del percorso museale e si compone di 9 sale, ricavate dall’ex appartamento di ritiro di Pio IV, con un ampio emiciclo che si apre verso la terrazza del “Nicchione della Pigna”, nel quale trovano posto alcune sculture di grandi dimensioni
Cortile Ottagono: in passato conosciuto con il nome di Cortile delle Statue, ospitò il primo nucleo delle collezioni pontificie di antichità classiche, e alcune delle statue in esposizione si trovano qui dalla prima metà del Cinquecento
Sala Rotonda: completata nel 1779 su imitazione del Pantheon, è una grande sala con volta emisferica scandita da nicchie dove sono state collocate grandi statue, e al centro della quale si trova una tazza in porfido rosso larga 13 metri
Museo Gregoriano Etrusco: è l’unico situato al 3° piano, e qui starete più tranquilli perché arriva davvero pochissima gente, sembra di essere in una realtà a parte. Il museo, fondato da Papa Gregorio XVI e inaugurato il 2 febbraio 1837, fu uno dei primi espressamente dedicati alle antichità etrusche e raccoglie prevalentemente il frutto degli scavi effettuati negli anni precedenti nei siti di alcune delle città più importanti dell’antica Etruria, allora comprese nel territorio dello Stato Pontificio
Galleria dei Candelabri: da qui inizia l’area dedicata alle gallerie, questa è la prima e prende il nome dai monumentali candelabri marmorei posti ai suoi lati che, insieme alle colonne in marmo colorato, delimitano le 6 sezioni espositive
Galleria degli Arazzi: in questa galleria si trovano grandi arazzi fiamminghi eseguiti a Bruxelles, che ci ha ricordato moltissimo l’Arazzo dell’Apocalisse che avevamo visto appena un paio di settimane prima ad Angers nella Valle della Loira (e di cui prometto che vi parlerò presto)
Galleria delle Carte Geografiche: questa è la galleria che abbiamo impiegato più tempo ad attraversare, sia per la marea di turisti che vi si riversavano continuamente, sia per le tante foto scattate alle 40 carte geografiche affrescate sulle pareti fra il 1580 ed il 1585, che raffigurano le regioni italiane e i possedimenti della Chiesa all’epoca di papa Gregorio XIII, ognuna corredata della pianta della città principale. Considerando come elemento divisorio l’Appennino, su di una parete sono raffigurate le regioni bagnate dai mari Ligure e Tirreno, sull’altra le regioni bagnate dall’Adriatico
Sala dell’Immacolata: completamente affrescata, è caratterizzata da una grande vetrina dove sono conservati libri donati da re, vescovi, città e diocesi a Pio IX in occasione dell’istituzione del dogma dell’Immacolata Concezione
Stanze di Raffaello: sono una successione di 4 ambienti (la Sala di Costantino, la Stanza di Eliodoro, la Stanza della Segnatura e la Stanza dell’Incendio di Borgo) interamente dipinte da Raffaello e dai suoi allievi tra il 1508 e il 1524. Fate molta attenzione perché queste meraviglie non sono comprese nel percorso breve per arrivare alla Cappella Sistina, ma soltanto in quello lungo, e se fossi in voi farei di tutto per non rischiare di perdermele
Appartamento Borgia: è composto da 6 ambienti, decorati dal Pinturicchio; attualmente gran parte delle stanze sono destinate all’esposizione della Collezione d’Arte Religiosa Moderna, inaugurata da Paolo VI nel 1973 e che comprende circa seicento opere di pittura, scultura e grafica, frutto di donazioni di artisti contemporanei italiani e stranieri (tra le quali spiccano anche opere di Gauguin, Chagall, Klee e Kandinskij)
Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea: nel tratto che va dall’Appartamento Borgia fino alla Cappella Sistina è oggi ospitata questa collezione, nata dal desiderio di Paolo VI di ripristinare il dialogo tra Chiesa e cultura contemporanea e che copre un arco cronologico che dalla fine del XIX secolo giunge al Novecento inoltrato. Inaugurata nel 1973, conta attualmente all’incirca 8.000 opere di pittura, scultura e grafica donate nel corso degli anni da artisti, collezionisti, enti privati e pubblici
Cappella Sistina: credo che la Cappella Sistina non abbia proprio bisogno di presentazioni. Essa prese il nome da Papa Sisto IV della Rovere, pontefice dal 1471 al 1484, che fece ristrutturare l’antica Cappella Magna tra il 1477 e il 1480. Nel 1533, venne affidato a Michelangelo l’incarico di dipingere sulla parete d’altare il suo Giudizio Universale, opera spettacolare che cominciò nel 1536 e portò a termine 5 anni più tardi.
Alzando gli occhi al soffitto, noterete che nella parte centrale della volta sono raffigurate nove storie della Genesi, divise in gruppi di tre, relativi all’origine dell’universo, dell’uomo e del male. L’episodio più famoso è sicuramente la Creazione di Adamo, che ha come punto focale il contatto tra le dita del Creatore e quelle di Adamo, attraverso il quale si trasmette il soffio della vita.
Gli affreschi della Cappella Sistina hanno subito un completo restauro tra il 1979 e il 1999.
Questo è l’unico ambiente di tutti i Musei Vaticani in cui è severamente vietato scattare foto, i controlli sono molto fiscali.
Padiglione delle Carrozze: per vedere questa parte dei Musei, dovrete uscire dal percorso e seguire le indicazioni per il paglione nelle aree esterne. Inaugurato il 19 aprile 1973 da Paolo VI, troverete al suo interno alcune carrozze, 9 berline cerimoniali appartenute a Pontefici o Principi di Santa Romana Chiesa e due storiche berline da viaggio
Pinacoteca: inaugurata nel 1932 nell’edificio espressamente costruito dall’architetto Luca Beltrami per volere e secondo le direttive di Pio XI in una parte dell’ottocentesco Giardino Quadrato, conserva oggi opere che vanno dal Medioevo al 1800, esposte in ordine cronologico in diciotto sale
Cortile della Pigna: arrivati quasi al termine della visita, abbiamo riattraversato l’Atrio dei Quattro Cancelli e ci siamo precipitati ad ammirare questo cortile, che non avevamo raggiunto all’inizio del giro per prediligere le parti interne. Il suo nome deriva da una maestosa pigna di bronzo alta quasi 4 metri, che in epoca classica si trovava a Roma nei pressi del Pantheon e venne trasferita qui nel 1608, ai lati della quale si trovano due pavoni realizzati nello stesso materiale. Al centro del cortile, sono state collocate nel 1990 due sfere concentriche, opera dello scultore Arnaldo Pomodoro
Dal Cortile della Pigna è possibile accedere alla Galleria Chiaramonti e al Braccio Nuovo, due ulteriori esposizioni alle quali non siamo riusciti ad accedere per mancanza di tempo.
Scala Elicoidale: anche al momento dell’uscita è possibile ammirare l’ultima opera dei Musei Vaticani, in quanto si scende da una scala elicoidale progettata dall’architetto Momo nel 1932 e che si ispirava alla scala originale realizzata da Bramante nel 1505 sempre all’interno dell’edificio, ma oggi chiusa al pubblico. La scala è strutturata in modo che chi sale non incontra mai chi scende e il contrario, e l’effetto ottico, guardando verso il basso, è davvero ipnotico.
Musei Vaticani: meritano davvero?
Ho aperto questo articolo con un quesito al quale non sapevo dare una risposta netta, se invece, alla fine dello stesso, mi chiedessero se i Musei Vaticani meritino davvero una visita, non avrei nessun dubbio a rispondere: ma assolutamente sì!
Nonostante il caldo afoso in alcune zone al suo interno, nonostante la ressa che in alcuni punti ti circonda e ti sospinge dove tu non vuoi, nonostante le vesciche che mi sono venute in entrambi i piedi, sono il museo più bello in assoluto che abbia mai visto sia in Italia che in Europa.
E voi? Avete già visitato questa meraviglia?