Per chi vive in una città dalla nascita come noi, prima o poi è inevitabile che senta il bisogno di scoprirla in maniera più insolita ed alternativa, dopo averne già visitato in lungo e in largo le sue attrazioni più famose. Proprio per questo motivo, la scorsa settimana abbiamo preso parte ad una visita guidata molto particolare alla Certosa, il Cimitero Monumentale di Bologna, che volevamo già esplorare da parecchio ma senza mai trovare la giusta occasione. In questo articolo, vi lascio proprio i miei consigli su come visitare la Certosa di Bologna al meglio, scegliendo fra iniziative di giorno o di sera.
Cimitero Monumentale della Certosa: dove si trova e breve storia
Il complesso della Certosa si trova appena fuori dal cerchio delle mura della città, nei pressi dello Stadio Renato Dall’Ara, ai piedi del portico per salire al Santuario della Madonna di San Luca.
E’ considerata uno dei cimiteri monumentali più antichi d’Italia, in quanto sorge su un’area già utilizzata come necropoli dagli Etruschi e in seguito adibita a monastero certosino a partire dal 1334, realtà che venne poi chiusa nel 1796, quando Napoleone Bonaparte soppresse gli ordini monastici.
La Certosa è rimasta inutilizzata fino al 1801, anno in cui il Comune di Bologna decise di trasformarla in un grande cimitero extraurbano, dove convogliare tutte le salme dei bolognesi che in precedenza erano sepolti presso le singole parrocchie, divenendo così anche il primo cimitero moderno d’Europa.
La parte monumentale riutilizza gli antichi edifici del monastero e include al suo interno la Chiesa di San Girolamo, che racchiude preziose opere pittoriche del Seicento, e trova nel Chiostro Terzo il suo fulcro. Dalle iniziali tombe dipinte, si è passati ad opere in stucco e scagliola fino ad arrivare, alla seconda metà dell’Ottocento, all’utilizzo di marmo e bronzo; allo stesso tempo, la dimensione delle cripte è andata aumentando, divenendo sempre più estesa. In quegli anni, il complesso si è arricchito con nuovi spazi e chiostri, assumendo le caratteristiche di un vero e proprio museo all’aperto, in cui erano conservati monumenti funebri di pregio degni di essere visitati perfino dal turismo internazionale, che hanno condotto qui personalità del calibro di Lord Byron o Charles Dickens.
Oggi la Certosa di Bologna conserva la più ricca raccolta di arte neoclassica italiana, con oltre 6.000 manufatti di interesse storico disposti su un’area di trenta ettari, opera di 200 artisti diversi, la maggior parte attivi nel XIX e XX secolo, ai quali si sono aggiunti in anni recenti alcuni interventi più contemporanei.
Come vedere la Certosa di Bologna al meglio: visite autonome o guidate?
La visita autonoma alla Certosa di Bologna può essere fatta tranquillamente durante gli orari di apertura del cimitero (dal 3 novembre al 28 febbraio tutti i giorni dalle 8 alle 17 e dal 1° marzo al 2 novembre tutti i giorni dalle 7 alle 18), sempre nel rispetto dei funerali e delle funzioni che si possono svolgere al suo interno.
Per quanto riguarda invece le visite guidate, esistono varie associazioni che se ne occupano, e che le organizzano in giornate ed orari diversificati. Noi abbiamo scelto di affidarci all’Associazione Mirarte, in quanto fra le sue proposte era inclusa anche un’interessante visita in notturna che ci ha subito attirati, in quanto iniziava al calare del sole e terminava nella più totale oscurità.
Se volete scattare foto all’interno del complesso, dovrete anche compilare l’apposito permesso, rilasciato gratuitamente dagli uffici dei Servizi Cimiteriali, da consegnare insieme alla scansione di un documento di identità all’indirizzo direzione@bolognaservizicimiteriali.it qualche giorno prima della visita guidata; il modulo vi verrà poi restituito firmato e potrete riutilizzarlo per la durata di un mese nel caso in cui vogliate ritornare alla Certosa autonomamente.
La macchina può essere lasciata nell’ampio parcheggio del cimitero, ed il punto di ritrovo è in via della Certosa 18, proprio accanto all’ingresso della chiesa.
Visita notturna alla Certosa: itinerario a piedi
La visita guidata con Mirarte alla quale abbiamo preso parte si intitolava “Novecento che passione! Capolavori in Certosa”, perché il percorso si snodava proprio fra le opere d’arte di questo secolo, che rappresentano anche la parte meno considerata del cimitero stesso.
La nostra guida Ilaria ci ha condotti per cominciare il tour nella zona delle foresterie rivisitate all’inizio del XX secolo, dove si percepisce un affaccio sulla modernità con la costruzione di grandi cappelle familiari: una delle più importanti è quella della famiglia Goldoni, decorata nella facciata con il tema del Giudizio Universale realizzato dall’architetto Giuseppe Vaccaro, che raffigura le anime beate in alto a sinistra e i dannati in basso a destra.
Da qui si attraversa Campo Ospedali e si raggiunge il muro di cinta che costeggia il canale Reno, dove dietro al monumento a Carducci si trova la tomba Frassetto, realizzata dallo scultore Farpi Vignoli e dedicata a Fabio, professore universitario e fondatore della Facoltà di Antropologia di Bologna, e al figlio Flavio, campione sportivo morto in guerra nell’aprile 1945 mentre tentava di salvare un suo soldato. L’opera è considerata un capolavoro di intimità in travertino, in quanto padre e figlio sono sdraiati l’uno di fronte all’altro in un eterno dialogo; la scultura è priva di fronzoli e, per sottolineare il rapporto speciale fra i due, non viene raffigurata la madre.
Sempre lungo il muro di cinta è presente anche uno dei capolavori più interessanti della seconda metà del Novecento, la tomba di Arnaldo Atti, realizzata dallo scultore Luciano Minguzzi a forma di albero con materiali di riutilizzo, con a fianco le lettere Alpha e Omega per simboleggiare il ciclo eterno della vita.
Poco più avanti si trova la tomba Bonora, realizzata nel 1921 dall’artista Alfonso Borghesani, famoso per avere un senso pittorico della scultura e amare molto il concetto di colore: proprio per questo, utilizza frequentemente la multimaterialità, per conferire sfumature alle sue opere attraverso l’uso di bronzo, granito o porfido. In questa cripta, sono raffigurate in sequenza le 3 Marie, e l’arco geometrico che le circonda inserisce questa opera nello stile decò.
Una delle sculture che vi lascerà a mio parere a bocca aperta (e che non vi aspettereste di trovare all’interno di un cimitero), è il Monumento ai Partigiani realizzato nel 1954 dall’architetto milanese Piero Bottoni, considerato il miglior artista razionalista per l’utilizzo di materiali grezzi: l’opera è un grande cono con alcune figure sul bordo e una scritta intorno, dove prevalgono le linee pulite e la sintesi formale è estrema.
Questo monumento è pensato per essere vissuto in prima persona, in quanto bisognerebbe scendere al suo interno per ammirarne la vasca e le figure che cadono verso il basso per poi slanciarsi nuovamente verso l’alto; di sera purtroppo non è stato possibile farlo, ma contiamo di ritornare durante il giorno per recuperare.
Il percorso è proseguito con la visita alla tomba della famiglia Lodi, dedicata al bambino Ermanno morto alla tenera età di 7 anni: l’opera è stata realizzata nel 1930 dallo scultore lombardo Angelo Barbieri, che rappresenta un momento di vita, nel quale la mamma dialoga con il proprio figlio.
L’ultima opera che abbiamo ammirato al termine del nostro tour guidato è stata la tomba di Ugo Stefanelli, un giovane imprenditore, realizzata nel 1969 da un autore sconosciuto: qui, ad un blocco di marmo grezzo, si affianca sulla sinistra una Pietà, nella quale la madre regge il figlio e guarda verso l’alto, mentre il Cristo è completamente abbandonato e con la testa reclinata.
Da qui, con una breve passeggiata, siamo ritornati al cortile di partenza, non prima di aver dato un’occhiata alle nostre spalle alla Basilica di San Luca illuminata.
Se anche voi volete ripercorrere lo stesso tour che abbiamo fatto noi, vi lascio qui sotto tutti i contatti utili:
MIRARTE – Società Cooperativa sociale
Telefono: 051/9911923
Email: info@mirartecoop.it
Date: 15 luglio – 12 agosto – 9 settembre 2021
Costo: 12 Euro
Durata: 1 ora e mezza (20,30-22)
Per altre visite con Mirarte: consultate il loro sito ufficiale
Che dire, a noi la visita guidata in notturna della Certosa ha affascinato davvero molto, ma abbiamo già in mente di tornare autonomamente durante il giorno per scattare qualche altra foto alle parti che ancora ci mancano. E voi? Siete attirati da questa forma d’arte un po’ diversa dal solito?
Aggiornamento: entro i 30 giorni consentiti, siamo ritornati alla Certosa autonomamente durante il giorno, per visitare la parte monumentale, altrettanto affascinante. Vi lascio qualche foto anche di questa esperienza!
Vi lascio qui sotto qualche consiglio per altre esperienze da fare a Bologna: