A Volterra ero già stata un bel po’ di tempo fa, forse quasi dieci anni se non ricordo male. A quell’epoca, non avevo ancora il blog, e le visite erano forse un po’ più superficiali rispetto ad adesso: a questa cittadina medievale, credo di aver dedicato sì e no mezza giornata, passeggiando per i suoi vicoli senza entrare in nessuna attrazione.
L’occasione giusta per esplorare questa zona in maniera molto più approfondita mi è stata concessa dal Consorzio Turistico Volterra, che ha organizzato un Educational Tour per farci scoprire la bellezza ed i tesori spesso nascosti racchiusi nel territorio della Val di Cecina.
Il tour completo è stato suddiviso in due giornate, ed è quello che farò anch’io organizzando il materiale raccolto in due articoli distinti: per iniziare, vi racconterò che cosa fare e vedere a Volterra e dintorni, con un particolare focus sulle attrazioni da visitare nelle giornate di pioggia.
Cosa fare e vedere a Volterra e dintorni: visita ai musei della città
Eravamo stati avvisati, il meteo prevedeva per quel weekend pioggia incessante, soprattutto nella giornata di domenica: così è stato, costringendoci a modificare immediatamente i nostri piani, che prevedevano inizialmente un tour guidato all’aperto di Volterra, sulle tracce dei Medici e dei luoghi che sono stati il set della conosciuta fiction televisiva.
Per fortuna la città di Volterra è in grado di offrire valide alternative anche in caso di maltempo, soprattutto per quanto riguarda la vasta scelta di musei all’interno del suo raccolto centro storico.
Dopo una breve introduzione della nostra guida Gianna dell’Associazione Velathri, che ci ha raccontato le origini del borgo al riparo della loggia di Palazzo dei Priori, ci siamo subito spostati al coperto nel primo museo, ovvero la Pinacoteca ed il Museo Civico.
Le collezioni esposte, inizialmente ospitate proprio dentro a Palazzo dei Priori, sono state spostate nel 1982 qui a Palazzo Minucci – Solaini, costruito in occasione del matrimonio fra queste due famiglie: l’edificio, che si sviluppa verso l’alto intorno al suo cortile interno, conserva opere del periodo compreso fra il 1200 ed il 1600, sulle quali spicca in modo netto la grandiosa tela raffigurante la Deposizione di Cristo dell’artista Rosso Fiorentino (soprannominato così per via del suo colore di capelli e raffigurato al lato destro della scena con il volto coperto).
All’interno dello stesso palazzo, ed in particolare salendo le scale della medievale Torre Minucci, potrete visitare anche l’Ecomuseo dell’Alabastro, la famosa pietra scoperta dagli Etruschi ben 3.000 anni fa, nel quale è esposta una collezione di oggetti realizzati con questo materiale, a partire dalle due antiche urne cinerarie appartenenti a questo popolo fino a terminare con alcuni strumenti musicali costruiti in epoca moderna.
Il secondo museo che abbiamo visitato a Volterra nel corso della nostra mattinata piovosa è il Museo Etrusco Guarnacci, realizzato proprio in seguito alla donazione di questo nobile abate, che lasciò al popolo della città il suo ingente patrimonio archeologico.
Le pareti dell’edificio sono state ridipinte di recente con la tonalità del rosso pompeiano, che mette in risalto ancora di più le numerose urne cinerarie esposte nelle varie sale, dalle prime più semplici a forma di casa a quelle più complesse, decorate con motivi a fiori e provviste di coperchio. Anche il materiale per realizzarle cambia ed evolve nel tempo, passando dalla terracotta delle prime opere all’alabastro, che la sostituisce una volta scoperto.
Le opere più significative esposte qui sono il Coperchio degli Sposi (che però noi non abbiamo potuto ammirare in quanto in prestito ad una mostra di Francoforte) e l’Ombra della Sera, appena rientrata a sua volta da un’ulteriore mostra, rappresentante una statuetta votiva di dimensioni anomale (alta 57 cm contro gli appena 5 di tutte le altre). Quest’ultima entra a far parte della collezione nel 1750 e da allora diventa il suo simbolo indiscusso; il suo nome le viene dato da Gabriele D’Annunzio, che cerca di spiegare la particolare forma allungata ipotizzando una figura con il sole alle spalle.
Cosa fare e vedere a Volterra e dintorni: visita ad un laboratorio di alabastro
Il centro storico di Volterra è disseminato di antiche botteghe artigiane ancora attive, prime fra tutte quelle che lavorano per l’appunto l’alabastro; grazie all’Educational Tour abbiamo avuto la fortuna di visitarne una delle più famose, l’alab’Arte di Roberto e Giorgio, un vero e proprio laboratorio di scultura. E’ il bianco il colore predominante delle opere d’arte di questo ambiente, quasi tutte ricoperte da un leggero strato di polvere come se fossero state appena terminate.
Qui è Roberto che ci accoglie e prende il posto di Gianna, cominciando a raccontarci alcune caratteristiche dell’alabastro intanto che ne lavora un piccolo blocco sotto ai nostri occhi. Scopriamo così che l’alabastro è un minerale formato da microcristalli che fanno passare la luce, si trova sotto forma di ovuli e ogni blocco è diverso dall’altro, in quanto formatosi in maniera naturale. Le tonalità dell’alabastro sono 4, e variano dal bianco (con o senza venature più scure) all’arancione: quello più trasparente si trova a 100 metri di profondità, mentre gli altri già a 20-30, in buche a cielo aperto. L’origine dell’alabastro è antichissima, bisogna andare indietro nel tempo per ben 7 milioni di anni, quando il sale di alcune sacche marine si è solidificato, formando questo materiale prezioso: da qui, si può dedurre l’ipotesi che nell’antichità, a Volterra, ci sia stato il mare. L’alabastro è un minerale ottimo per essere lavorato: oltre ad essere morbido è anche compatto, consentendo di arrivare a strati molto sottili senza rompersi, e la sua porosità lo rende ideale anche per essere dipinto, immergendolo nel colore liquido.
Nel corso di questi pochi minuti di spiegazione, il signor Roberto ha lavorato il blocco di alabastro trasformandolo in una piccola ciotola, che ci siamo passati di mano in mano per ammirarne la resistenza e la forma levigata. Entrare in contatto con queste piccole realtà artigiane e vedere come con fierezza portano avanti le loro tradizioni centenarie è stato a mio parere uno dei valori aggiunti di questa prima parte del nostro Educational Tour in giro per Volterra.
Se anche voi volete prenotare una visita guidata in questo laboratorio, ecco i contatti di riferimento:
Alab’Arte Snc di Roberto Chiti e Giorgio Finazzi
Via Don Minzoni, 18
Volterra (PI)
Telefono: 340/7187189 – 340/9816908
Email: info@alabarte.com
Sito Internet: www.alabarte.com
Cosa fare e vedere a Volterra e dintorni: consigli su dove mangiare
Da Volterra ci siamo spostati in macchina al vicino borgo di Montecatini Val di Cecina, sempre accompagnati da una pioggia scrosciante. Essendo ormai ora di pranzo, ci siamo così fermati per una pausa rigenerante al ristorante Il Buglione, proprio sulla piazza principale del paese, lasciando l’auto nel comodo parcheggio gratuito ai margini del centro storico.
Questo locale fa sia da ristorante che da pizzeria, ma vi consiglio di concentrarvi sui suoi prodotti tipici toscani, che a noi sono stati fatti provare su gustosi taglieri misti di salumi, formaggi e verdure, per poi proseguire con gli antipasti a base di crostini misti e polenta. Il piatto principale è stato un tris di primi con pasta fatta a mano, il tutto condito da vini della casa, e come degna conclusione del pasto, non poteva di certo mancare anche un goloso tris di dolci!
I contatti di riferimento per prenotare sono:
Ristorante Il Buglione
Piazza della Repubblica, 24
Montecatini Val di Cecina (PI)
Telefono: 0588/30104
Email: info@ilbuglione.com
Cosa fare e vedere a Volterra e dintorni: la Miniera di Montecatini Val di Cecina
L’attrazione principale di Montecatini Val di Cecina è la sua Miniera, che abbiamo visitato a pancia piena nel pomeriggio, come tappa conclusiva del nostro tour; per raggiungerla, dovrete risalire in macchina, perché dista dal centro storico poco più di un chilometro.
La Miniera di Montecatini Val di Cecina è rimasta aperta dal 1827 al 1907, e le sue gallerie (due di passaggio e una di escavazione) si sviluppano per una lunghezza di 37 chilometri e su 10 livelli di profondità. Ovviamente le condizioni di lavoro qui erano pessime: i turni di lavoro di 12 ore erano estenuanti, tutti da trascorrere nel buio più completo, e le escursioni termiche dovute alle diverse temperature fra esterno ed interno provocavano serie malattie, che accorciavano la vita media intorno ai 40 anni.
Fra il 1837 ed il 1865 questa miniera divenne la più grande d’Europa per quanto riguarda l’estrazione di rame, e venne creato un vero e proprio villaggio industriale, con tanto di abitazioni per le famiglie dei minatori adiacenti l’entrata delle gallerie, e notevoli vantaggi per queste ultime, come l’istruzione per i figli e una pensione di reversibilità per la moglie in caso di morte del coniuge. Dopo questo periodo di massima produttività, la miniera subì la concorrenza di una nuova costruita a Massa Marittima, che la portò inevitabilmente alla chiusura perché non era più così conveniente estrarre materiale qui.
La visita al Museo della Miniera si compone oggi di due parti, che noi abbiamo avuto la fortuna di visitare con due guide diverse, Elisa e Lucia, entrambe molto preparate e competenti: per cominciare si va alla scoperta della sede amministrativa della miniera, dove venivano distribuiti i salari (giornalmente), prese le decisioni nell’ufficio del direttore o si analizzava il tenore dei minerali nel laboratorio. Tutti gli ambienti sono ancora oggi perfettamente conservati e sembra di fare davvero un tuffo all’indietro nel passato attraversando la porta di ingresso.
Da qui bisogna riprendere la macchina e in un paio di minuti si arriva al Pozzo Alfredo, il principale pozzo di estrazione utilizzato esclusivamente per la raccolta del materiale, dal momento che i lavoratori scendevano e risalivano dalle profondità soltanto a piedi, tranne nei casi di emergenza in cui bisognava recuperare qualche ferito.
La seconda parte della visita si snoda invece all’interno della miniera vera e propria, anche se attualmente è visitabile soltanto il primo livello: gli addetti ai lavori possono scendere fino al quarto dove si trova anche una piccola cappella, mentre i restanti sei sono nel tempo crollati.
Cosa fare e vedere a Volterra e dintorni: informazioni pratiche
Se arrivate a Volterra con la macchina, sono due i parcheggi principali fra i quali scegliere: quello in Piazza Martiri della Libertà, in pieno centro e a pagamento, oppure quello a Piazzale Docciola, appena fuori e gratuito, dal quale in 10 minuti raggiungerete le attrazioni più importanti con una breve scalinata in salita.
Il Museo della Miniera di Montecatini Val di Cecina ha un costo di 7 Euro e vi si accede esclusivamente con visite guidate, nel periodo compreso tra il 25 aprile ed il 30 settembre.
Abbinare questi due borghi, uno molto più famoso e l’altro più discreto, è stato secondo me un ottimo modo per scoprire quello che la Val di Cecina ha da offrire a livello artistico e culturale, perfettamente fattibile in un’unica giornata.
A breve il racconto della seconda giornata di Educational Tour alla scoperta delle manifestazioni geotermiche della zona!
12 Commenti
Laboratorio di Alabastro e Miniera fantastica. Grazie delle informazioni !!
Di nulla Ileana, fammi sapere se riuscirai a visitarli durante le tue vacanze estive! 🙂
Non ricordavo che l’alabastro fosse malleabile, guardandolo avrei detto fosse difficile da lavorare 🙂 Devo andare a Volterra rinfrescare i miei ricordi di bimba. Oltre ai musei mi piacerebbe anche fare trekking nella Val Cecina so che ci sono zone molto belle.
Per te Stefania questa zona sarebbe l’ideale, potresti unire camminate all’aria aperta alle visite dei borghi circostanti!
Non abbiamo ancora avuto occasione di visitare Volterra, ma è un borgo che ci ispira tantissimo.
Vista la vicinanza, ci siamo annotati la miniera in Val Cecina, che dev’essere una bella esperienza da provare.
Sì ragazzi, un’esperienza davvero toccante!
mai stata a Volterra, ma mi piacerebbe andare, e prenderò sicuramente i tuoi preziosi consigli, grazie
Volterra è molto carina, e merita assolutamente una visita! 🙂
Bellissima Volterra, pero’ forse non ci crederai, che io come livornese non sono mai stata nei musei.. uno splendore!! mi ha dato un idea per quando non so che fare quando vado a trovare i miei a Livorno.. Grazieeee!!!
Sono contenta di averti fatto scoprire qualcosa che non conoscevi Silvia!
Bellissima Volterra! Ti confesso che il laboratorio di alabastro ha catturato la mia attenzione. Mi hai dato davvero tanti spunti utili per organizzare una visita in zona!
Grazie Raffaella, anche a me la visita al laboratorio di alabastro ha affascinato tantissimo!