La prima volta che siamo stati a Genova, ormai qualche anno fa, siamo andati come la maggior parte dei turisti per visitare l’Acquario, una delle principali attrazioni del centro storico. Quella volta ci siamo fermati per un weekend lungo, e pensavamo di essere riusciti a vedere buona parte dei punti di interesse, ma in realtà ci sbagliavamo di grosso: perché questa città, che molti sottovalutano e percepiscono come di passaggio verso le Cinque Terre o la Sardegna, ha molto da offrire, compreso qualche angolo più segreto o nascosto al turismo di massa. Così, approfittando di un altro weekend lungo stavolta per l’Immacolata, siamo tornati per recuperare quello che ancora ci mancava, ed in questo nuovo articolo dal sapore più invernale vi racconto cosa vedere a Genova in 3 giorni, oltre all’Acquario ovviamente.
Cosa vedere a Genova in 3 giorni: primo giorno
Siamo partiti da Bologna all’alba, e dopo circa tre ore e mezza di macchina, siamo arrivati a Genova intorno alle 9,30, così da avere a disposizione anche buona parte della mattinata. Anche se non era ancora l’orario del check in, siamo passati al nostro hotel, l’Holiday Inn Genoa City, per lasciare i bagagli, perché avevamo in mente di stare tutto il giorno fuori. Dopo aver parcheggiato la nostra auto gratuitamente in una strada attigua all’albergo, abbiamo raggiunto a piedi la fermata della metro a circa un centinaio di metri di distanza, approfittando anche del fatto che, come ci aveva preannunciato la receptionist dell’hotel, la metropolitana di Genova è gratuita dalle 10 alle 16 e dalle 20 alle 22. In realtà noi avevamo già tutti i mezzi pubblici compresi nel nostro Genova City Pass, comodo strumento che consente di scoprire la città risparmiando, e che ci avrebbe accompagnati per tutti i nostri tre giorni a Genova, ma è stata comunque una gradita sorpresa.
Dopo una sola fermata siamo scesi dalla metropolitana per affrontare una giornata molto brutta con pioggia e forte vento, e abbiamo cominciato la salita per il Castello Albertis – Museo delle Culture del Mondo, che si è rivelata essere piuttosto faticosa anche per via del meteo avverso.
Lo sforzo è stato però ricompensato dalla bellezza di questa casa-museo del Capitano Enrico Alberto D’Albertis, ospitata all’interno di un castello neogotico e donata alla città alla sua morte nel 1932. Gli ambienti interni sono uno più particolare dell’altro, e su tutti spiccano la Sala delle Meridiane ed il Salotto Turco, che rappresenta il fascino per l’esotico di fine Ottocento. Inoltre, siccome il Capitano non smetteva mai di viaggiare neppure quando era al castello, si costruì una stanza da letto minuscola, una vera e propria cabina nautica come quella delle navi, per sentirsi sempre in viaggio.
Le collezioni esposte al museo sono costituite dal materiale etnografico e archeologico raccolto in cinque continenti dal Capitano, alle quali si aggiungono ulteriori acquisizioni extraeuropee del secolo scorso da parte della città. Quando siamo stati noi, era stata allestita anche la mostra temporanea La Forma del Vento, dedicata all’arte degli aquiloni nella tradizione giapponese (30 settembre 2023 – 28 gennaio 2024).
Ributtandoci al freddo e al gelo, siamo ridiscesi fino al MEI – Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana, collocato all’interno della medievale Commenda di San Giovanni di Prè, edificio che in origine dava ospitalità ai pellegrini.
Di recente realizzazione (maggio 2022), questo museo si sviluppa su 3 piani divisi in 16 aree, dove si possono ripercorrere le molteplici storie delle migrazioni italiane, dall’Unità d’Italia (e ancora prima) alla contemporaneità: Genova è infatti una città fortemente legata all’emigrazione, perché dal suo porto sono partiti milioni di italiani diretti verso le Americhe, l’Africa, l’Asia e l’Australia.
Il percorso è molto multimediale ed interattivo, infatti in biglietteria vi verrà consegnato un braccialetto con il quale è possibile attivare le varie installazioni: gli ambienti nascono secondo l’idea di un museo senza collezioni, quindi le storie di vita dei migranti sono narrate unicamente attraverso fonti di prima mano, come i diari, le lettere, le fotografie, i video, i giornali e i documenti d’archivio.
Quando siamo stati noi eravamo davvero in pochi, quindi ve lo consiglio se volete scoprire una Genova un po’ più insolita.
Dopo un fresco e difficoltoso pranzo al sacco, ci siamo diretti verso Palazzo Reale, che avevamo inserito nel primo pomeriggio perché non faceva orario continuato.
Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è uno dei palazzi più famosi di Genova: la Reggia ha conservato intatti i suoi interni, completi di mobili e arredi originali, e nelle circa 20 sale che si attraversano lungo il percorso, si possono ammirare le collezioni che comprendono i beni delle famiglie nobili che l’hanno costruita e abitata, arredandola e rinnovandola nel corso dei secoli. Particolarmente sfavillante, è la sontuosa Galleria degli Specchi.
Una volta usciti fate attenzione a conservare il vostro biglietto, perché è valido anche per l’ingresso di Palazzo Spinola, altro imperdibile edificio genovese che noi avevamo già visto durante la nostra precedente visita in città.
Terminato il tour di Palazzo Reale, abbiamo raggiunto Strada Nuova (oggi via Garibaldi), sulla quale si affacciano molti Palazzi dei Rolli, residenze nobiliari all’interno di edifici rinascimentali e barocchi, che hanno mantenuto la loro connotazione nel corso dei secoli.
Noi abbiamo cominciato la nostra visita con Palazzo Bianco, eretto fra il 1530 ed il 1540 per Luca Grimaldi, membro di una delle più importanti famiglie genovesi. Rispetto ai precedenti, questo edificio non ha sale appariscenti, ma ambienti piuttosto semplici che ospitano alcune collezioni di opere d’arte che si arricchirono nel tempo con una serie di lasciti e donazioni, e che lo fecero diventare negli ultimi decenni dell’Ottocento il Museo Civico di Arte e Storia della città.
Senza uscire ma direttamente da un passaggio interno, si accede anche a Palazzo Tursi, famoso per le sue Sale Paganiniane, all’interno delle quali si conservano i violini storici di Nicolò Paganini, tra cui il celebre “Cannone Guarnieri”. Altra importante opera esposta qui è la Maddalena Penitente di Canova, che noi però non abbiamo potuto ammirare in quanto in prestito presso un altro museo.
Terminata la visita di entrambe le collezioni, si esce dal portone a fianco di Palazzo Bianco. Noi abbiamo fatto un breve giro fino a Piazza de Ferrari, molto bella con le luci natalizie che illuminavano la fontana, e da lì abbiamo ripreso la metro che in 5 fermate ci ha riportati al nostro albergo.
Cosa vedere a Genova in 3 giorni: secondo giorno
Il nostro secondo giorno a Genova è cominciato con una visita guidata dei Palazzi dei Rolli, che noi abbiamo fatto di mattina in quanto inserita nel progetto più esteso della Rolli Experience (di cui vi avevo già parlato nel dettaglio nell’articolo precedente), ma che è comunque compresa per i possessori del Genova City Pass, l’unica differenza è che viene fatta il sabato pomeriggio alle 15.
Alle 13 avevamo un’altra visita guidata al Teatro Carlo Felice, sempre inclusa nel Genova City Pass (nella giornata di sabato) e che avevamo prenotato con anticipo online. Costruito nel 1827, venne gravemente danneggiato durante i bombardamenti della seconda Guerra Mondiale, quindi ricostruito e nuovamente inaugurato nel 1991, diventando il più grande teatro della regione.
La visita dura un’ora e, a differenza di quelle fatte finora, è molto particolare perché, oltre al classico giro in platea, si accede anche nel dietro le quinte, scoprendone anche il cuore tecnologico che lo rende tra i più avanzati in Europa. La sala principale del Carlo Felice ha una capienza di duemila mila posti, una torre scenica di 63 metri e quattro palcoscenici mobili.
Dopo un veloce pranzo al sacco sulle panchine accanto alla statua bronzea di Nicolò Paganini, abbiamo fatto una breve incursione alla Casa di Colombo, ricostruzione dell’edificio dove il grande navigatore visse la sua giovinezza. L’attrazione si compone di due piccoli ambienti e si visita per questo molto velocemente. Non perdetevi alle sue spalle il Chiostro di Sant’Andrea e, proprio a fianco, la maestosa Porta Soprana, grandioso ingresso alla città per chiunque giungesse da Levante.
A metà pomeriggio ci siamo diretti verso la Cattedrale di San Lorenzo, la chiesa più importante di Genova con la sua maestosa facciata a bande bianche e nere. L’ingresso alla cattedrale è libero e gratuito, mentre a pagamento sono al suo interno il Museo del Tesoro (che avevamo già visitato la volta precedente) e la salita alle Torri, che abbiamo fatto invece stavolta in quanto inclusa nel Genova City Pass.
I gradini per salire non sono troppo faticosi, e ci si può riposare alla prima tappa, la Tribuna del Doge, da cui si gode di una vista mozzafiato sulla navata centrale; la salita si conclude alla Loggia di Giovanni da Gandria, sulla torre di nord–est, dalla quale si raggiunge un punto di vista particolarmente privilegiato da cui esplorare con lo sguardo i tetti della città.
Una volta ridiscesi abbiamo fatto una passeggiata lungo i caruggi di Genova, i tipici vicoli del centro storico, e per ripararci da un nuovo acquazzone, ci siamo rifugiati all’interno della Basilica di Santa Maria delle Vigne, dalla facciata semplice e dall’accesso piuttosto nascosto, ma degli interni riccamente decorati.
Cosa vedere a Genova in 3 giorni: terzo giorno
Il giorno seguente abbiamo lasciato i nostri bagagli alla reception dell’hotel, perché avevamo ancora alcune attrazioni di Genova da visitare e saremmo ripartiti soltanto nel pomeriggio. Approfittando della prima giornata di sole, abbiamo preso la metro e raggiunto la zona del Porto Antico, dove abbiamo fatto una piacevole passeggiata all’aria aperta e senza ombrelli.
Alle 10, orario di apertura, ci siamo fatti trovare davanti al Museo delle Illusioni, una divertente mostra itinerante dedicata all’affascinante mondo delle illusioni ottiche. Allestita su 2 piani, presenta al suo interno più di 70 illusioni, che metteranno a dura prova le vostre sensazioni e certezze. Se volete testare i vostri sensi ed entrare in tutti gli ambienti del percorso, mettete in conto almeno un’ora e mezza di tempo per visitare tutto con calma, e se desiderate immortalare i momenti più divertenti, fatevi scattare una foto dagli operatori, che sono molto disponibili al riguardo.
Al termine del percorso c’è anche una parte aggiuntiva di Realtà Virtuale, che noi però non abbiamo provato. Il Museo delle Illusioni non è incluso nel Genova City Pass ed ha un costo di 14 Euro per gli adulti (+8 Euro per la Realtà Virtuale, acquistabile soltanto in biglietteria e non online).
Sempre approfittando della giornata soleggiata, siamo saliti sul City Sightseeing, l’autobus scoperto a due piani che vi consente di vedere comodamente alcune delle attrazioni più importanti di Genova. Gli autobus passano ogni 30 minuti ed il giro completo dura un’ora, con possibilità di scendere e risalire a qualsiasi fermata vogliate. Noi siamo scesi a quella del Belvedere Castelletto, che abbiamo raggiunto con un ascensore tipico e gratuito; una volta in cima, abbiamo spaziato con lo sguardo su tutto il centro storico e poi siamo ridiscesi e abbiamo ripreso il mezzo successivo per terminare il percorso. Le linee che potete prendere sono 2, quella rossa e quella blu, e una volta saliti vi verrà consegnata una mappa con entrambe le tratte segnalate.
Visto che si era fatta ormai ora di pranzo, abbiamo cercato un posto dove mangiare, e devo dire che nella zona del porto non c’è che l’imbarazzo della scelta, con un locale dietro l’altro; noi però abbiamo deciso di spostarci nelle vie laterali per cercare una locanda più tipica, e in effetti l’abbiamo trovata fermandoci alla “Trattoria Moderna”. Qui abbiamo mangiato bene a base di pesce spendendo circa 27 Euro a testa, quindi ve lo lascio come consiglio su dove mangiare a Genova.
Alle 15 avevamo prenotato la visita guidata alla Basilica di Carignano, situata sull’omonima collina, gestita dall’ associazione Kalatà che ne consente l’accesso al belvedere. Muniti di caschetto, abbiamo percorso i 250 gradini che conducevano alle terrazze panoramiche (stavolta però più alti e faticosi rispetto a quelli della Cattedrale) e abbiamo nuovamente ammirato Genova dall’alto, ma da un diverso punto di vista. La visita dura un’ora e, dal momento che sul finire eravamo un po’ in anticipo, la nostra guida ci ha lasciato un po’ di tempo per vedere in autonomia gli interni della basilica, dalle linee semplici e squadrate e completamente dipinti di bianco.
Alle 16,30 siamo rientrati in hotel per recuperare i bagagli e siamo ripartiti in direzione Bologna.
Dove dormire a Genova: il mio consiglio
Per i nostri tre giorni a Genova abbiamo soggiornato all’Holiday Inn Genoa City, un 4 stelle dal prezzo contenuto, situato alla periferia del centro storico ma molto comodo alla fermata della metropolitana.
La colazione è buona e abbondante, e c’è anche un ristorante interno che però noi non abbiamo provato (anche se dal menù esposto i prezzi ci sono sembrati medio-alti).
C’è anche la possibilità di un parcheggio privato al costo di 16 Euro a notte.
Quanto si risparmia con il Genova City Pass: facciamo due conti
Quando scopriamo che in una città esiste una card, siamo sempre propensi ad usarla, perché secondo noi è un ottimo modo per visitare le attrazioni più importanti in maniera vantaggiosa. Ma quanto si risparmia con il Genova City Pass 72h Culture & Heritage? Facciamo due conti insieme!
Castello Albertis – Euro 6
Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana – Euro 7
Palazzo Reale (+ Palazzo Spinola) – Euro 11
Palazzo Rosso, Bianco e Tursi – Euro 9 (cumulativo)
Visita guidata dei Palazzi dei Rolli – Euro 14
Visita guidata al Teatro Carlo Felice – Euro 6
Casa di Colombo – Euro 3
Salita alle Torri della Cattedrale – Euro 5
City Sightseeing – Euro 12
Visita guidata Basilica di Carignano – Euro 12 (in alternativa alla visita guidata ai Palazzi dei Rolli)
Trasporti: illimitati e gratuiti
Totale: Euro 85
Genova City Pass 72h: Euro 55
Risparmio: Euro 30
Direi che il Genova City Pass 72h Culture & Heritage è per noi decisamente approvato!