Settembre è a mio parere il mese ideale per le gite fuoriporta: le giornate sono ancora abbastanza lunghe, e si può trarre beneficio dal clima gradevole, che non è più quello caldo o afoso del mese di agosto. Proprio domenica scorsa abbiamo inaugurato questa nostra consuetudine annuale, e siamo saliti in macchina per andare a scoprire che cosa vedere nei dintorni di Bergamo, città che avevamo già visitato in precedenza senza però riuscire ad esplorarne le zone limitrofe.
Alla scoperta dei dintorni di Bergamo: il Castello Visconteo di Pagazzano
Cercando informazioni su Internet per organizzare al meglio la nostra giornata, abbiamo trovato quasi per caso un castello proprio nella zona che ci interessava conoscere e che, per nostra fortuna, sarebbe stato aperto proprio in quell’occasione, ovvero il Castello Visconteo di Pagazzano.
Le visite a questa fortezza sono esclusivamente guidate e vengono gestite dai volontari dell’associazione Gruppo Civiltà Contadina durante la prima e la terza domenica del mese nei periodi da marzo a giugno e da settembre a novembre, anche se durante tutto l’anno sono previste aperture straordinarie e su prenotazione per gruppi organizzati e scolaresche; gli orari vanno dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17 (ultimo ingresso), gli accessi sono programmati ogni mezz’ora ed è caldamente consigliata la prenotazione. Il ritrovo è davanti alla biglietteria, dove è meglio arrivare con 10 minuti di anticipo.
Noi abbiamo preso parte alla prima visita del pomeriggio, ed essendo arrivati con largo anticipo, ne abbiamo approfittato per fare un giro del perimetro delle sue mura quattrocentesche ancora perfettamente conservate scattando foto, osservare i pescatori che si rilassavano lungo il fossato esterno, e sederci su una panchina all’ombra nel parco circostante per consumare il nostro pranzo al sacco.
Alle 14 in punto abbiamo incontrato la nostra guida Fiorenzo, che ci ha scortato per tutta la parte di percorso relativa al castello, oltre a quella del Museo Etnografico della Civiltà Contadina allestito nei sotterranei. Da lui abbiamo appreso subito che questa fortezza, le cui origini risalgono al lontano 1186, nel corso dei secoli era stata fondamentalmente riconvertita in una fattoria, avendo al suo interno ambienti adibiti a granai, scuderie e stalle, oltre ad un imponente torchio in legno per l’uva e ad una ghiacciaia: tra le sue possenti mura viveva una micro comunità autonoma composta da almeno un centinaio di persone, suddivisa in famiglie di vari ceti sociali, a partire dal nobile fino ad arrivare ai suoi coloni, e nelle prime stanze si possono ancora vedere i disegni che i bambini facevano sui muri.
Al fine di proteggere questa collettività dagli attacchi esterni, il castello era caratterizzato da una doppia linea difensiva, costituita dalla precedente antiporta trecentesca alla quale si aggiunge il mastio vero e proprio, dove si sale fino al terzo piano durante la prima parte della visita; a questi è stata affiancata anche una torre di avvistamento, alla quale oggi non è possibile accedere per motivi di sicurezza.
Il Castello di Pagazzano è stato acquistato dal Comune nel 2000 dopo alcuni decenni in mano ad un privato, e da allora è cominciato il suo recupero: dal mastio si attraversa il loggiato nord e si arriva alla parte nobile, dove alcune pareti affrescate sono in attesa di fondi per essere restaurate; particolarmente significativo in queste sale è l’imponente camino, che conserva ancora scolpiti i simboli e lo stemma dei Visconti. Di grande impatto emozionale è una delle stanze laterali, dove i muri ricoperti di vecchie foto vogliono rappresentare la memoria storica del paese.
La prima parte della visita si è conclusa nei sotterranei con il Museo Etnografico della Civiltà Contadina, e a questo punto abbiamo fatto un cambio guida e conosciuto l’archeologa Chiara, che ci ha illustrato i reperti del Museo Archeologico delle Grandi Opere (M.A.G.O.), allestito qui nel 2015. I due percorsi possono anche essere invertiti, ed il tour completo ha una durata di 2 ore abbondanti ed un biglietto di ingresso di 10 Euro.
Per rimanere aggiornati sugli eventi e sulle prossime aperture del Castello di Pagazzano o per prenotare direttamente la vostra visita, vi lascio qui il link del loro sito ufficiale.
Cosa vedere in provincia di Bergamo: la centrale idroelettrica di Crespi d’Adda
Appena terminato il giro al castello ci siamo rimessi subito in macchina per continuare ad esplorare i dintorni di Bergamo e raggiungere la nostra seconda tappa della giornata, il Villaggio di Crespi D’Adda, distante all’incirca una mezz’ora di strada.
Quello di Crespi D’Adda è considerato oggi l’esempio più completo al mondo del fenomeno urbano dei villaggi operai, e rappresenta uno dei modelli più riusciti di integrazione tra sviluppo industriale e abitativo del periodo della Rivoluzione Industriale. Conservatosi in perfetto stato per oltre un secolo e rimasto in attività fino al 2003, venne inserito nel 1995 nella lista dei patrimoni Unesco, e ancora oggi questo paese è abitato, per la maggior parte dai discendenti dei lavoratori dell’opificio tessile. Proprio per questo motivo, vi si può accedere liberamente a piedi senza limiti di orari, mentre per quanto riguarda le macchine è zona a traffico limitato nelle giornate festive (dal 20/03 al 30/09 dalle ore 14:00 alle ore 19:00 e dal 01/10 al 30/11 dalle ore 14:00 alle ore 17:00). Fuori dalla zona ZTL è stato allestito un parcheggio per i visitatori al costo di 5 Euro giornalieri, ma noi abbiamo lasciato l’auto poco distante in una zona residenziale e abbiamo raggiunto l’attrazione con una camminata di circa 15 minuti.
Per scoprire al meglio questa tipologia di agglomerato, sono previste varie opzioni di tour guidati: la visita al villaggio (al costo di 6 Euro), quella alla centrale idroelettrica (sempre a 6 Euro), oppure la combinazione di entrambe al prezzo di 10. Per capire meglio la particolarità di questo esperimento sociale vi consiglierei di approfittare di entrambe, anche se noi ci siamo limitati soltanto alla seconda perché era compresa gratuitamente nella nostra card Abbonamento Musei Lombardia (la prima invece no e all’orario in cui siamo arrivati noi non c’era più disponibilità).
La nostra visita era l’ultima della giornata (alle 17,30) e vi conviene partire per tempo, perché oltre al tratto dalla macchina all’inizio del villaggio ne dovrete fare un altro di circa una quindicina di minuti per raggiungere la sponda del fiume, dove si trova la centrale; noi ci siamo sbagliati andando prima all’Infopoint e rischiando di fare tardi, mentre il punto di incontro ufficiale era la biglietteria della casa del custode in Via Privata Crespi, dove si possono ritirare direttamente i biglietti della prenotazione.
Il giro completo alla centrale idroelettrica dura all’incirca 30/40 minuti, parte all’aperto e si conclude nel locale dove sono collocate tre grandi turbine rimesse in funzione nel 2016, dopo un periodo di totale abbandono. Da non perdere sono anche Villa Crespi, l’eclettica residenza padronale (purtroppo privata e non accessibile all’interno), e il belvedere del Fosso Bergamasco, dal quale è possibile avere una visione di insieme sulla regolare disposizione delle abitazioni del villaggio.
Cosa visitare nei dintorni di Bergamo: Treviglio e il Museo Storico Verticale della Torre Campanaria
Siccome da Bologna i dintorni di Bergamo sono per noi abbastanza comodi, siamo tornati in queste zone in una seconda occasione, di ritorno da un itinerario della Brianza: come idea aggiuntiva, vi suggerisco quindi di inserire nella vostra lista anche il paese di Treviglio, distante circa 40 minuti di macchina dal capoluogo di provincia.
Il suo centro storico ci ha accolti con una moltitudine di persone in giro a passeggiare, e questo mi ha colpito subito in maniera positiva perché non mi ero aspettata un paese così vitale. Il vero motivo che ci ha condotto qui è stata però la visita al suo Museo Storico Verticale della Torre Campanaria, sempre inclusa nell’Abbonamento Musei Lombardia.
Questa attrazione si trova proprio accanto al duomo di Treviglio, la Basilica di San Martino e Santa Maria Assunta, e al suo interno è stato allestito un percorso nella storia della città che si sviluppa per sezioni percorrendo i sette livelli della torre civica.
Le visite sono esclusivamente guidate e durano 1 ora, con partenza alle 15, 16 e 17 nei giorni festivi, ed è consigliata la prenotazione perché i gruppi sono di 5 persone ognuno; la salita non è particolarmente impegnativa perché, nonostante le scale siano un po’ ripide, ad ogni piano ci si ferma per assistere alle installazioni interattive e per ascoltare le spiegazioni della guida. Il biglietto di ingresso ha un costo di 5 Euro.
Se volete scoprire ancora meglio Treviglio, vi segnalo che, sempre di domenica e con partenza da sotto il campanile, vengono organizzate anche delle visite guidate gratuite alle mura della città, alle quali però noi non siamo riusciti a prendere parte in quanto non si incastravano con quelli della torre (orari di partenza 15,30, 16,30 e 17,30).
Ridiscesi dal Museo Storico Verticale, abbiamo fatto anche un giro all’interno del Duomo e nel Santuario della Madonna delle Lacrime, che abbiamo scoperto grazie ai racconti della nostra guida.
Allora, cosa ne dite, vi ho dato qualche ispirazione utile per una gita domenicale nei dintorni di Bergamo?