Devo essere sincera, pur abitando più o meno a metà strada tra Bologna e Ferrara, fino a poco tempo fa non avevo mai sentito parlare delle cosiddette “Delizie Estensi”. Così ho iniziato a documentarmi, e ho scoperto che le Delizie Estensi da visitare in provincia di Ferrara sono una serie di dimore monumentali costruite con lo scopo di affermare il dominio e la potenza dei Duchi d’Este su tutto il territorio ferrarese.
Nel corso del Rinascimento, queste residenze hanno simboleggiato il principale collegamento tra Ferrara e il suo Delta del Po, imponendosi non solo come luoghi di divertimenti e di svago, ma rivestendo anche un ruolo di fondamentale importanza in quanto sedi decentrate del governo. Dal punto di vista territoriale, rappresentano un connubio perfetto tra architettura e paesaggio naturale, e sono riuscite a dare un impulso notevole alla bonifica delle zone circostanti, essendo state costruite in luoghi strategici nei pressi di corsi d’acqua.
Delizie Estensi da visitare in provincia di Ferrara: quante e quali sono
Purtroppo, ai nostri giorni, di tutto questo sfarzo non rimane che un lontano ricordo: delle 53 residenze originarie, la maggior parte sono oggi scomparse o in rovina, abbandonate nelle campagne ferraresi senza essere adeguatamente messe in risalto a livello turistico, pur essendo state inserite dall’Unesco nella lista dei patrimoni dell’umanità. Altre ancora sono di proprietà privata o visitabili soltanto in rare occasioni.
Le Delizie Estensi in provincia di Ferrara meglio conservate ed accessibili anche all’interno sono attualmente solo 4: Palazzo Schifanoia a Ferrara, il Castello Estense della Mesola nell’omonimo paese, la Delizia di Belriguardo a Voghiera e la Delizia del Verginese a Gambulaga di Portomaggiore.
A queste vanno aggiunte anche Villa della Mensa a Sabbioncello San Vittore, attualmente chiusa per restauro fino a data da destinarsi, la Delizia della Diamantina a Vigarano Mainarda, visitabile dall’esterno ed aperta in occasione di iniziative temporanee, Palazzo Pio a Tresigallo, visitabile in occasione di eventi speciali, e la Delizia del Benvignante ad Argenta, visitabile dall’esterno.
Noi, in questi mesi così particolari, ci siamo dedicati soprattutto alla nostra Emilia Romagna e alle mete vicino a casa, cercando di scoprirne il più possibile: ecco quindi il resoconto completo sulle Delizie Estensi di Ferrara che abbiamo visitato nell’ultimo periodo.
1) Delizia del Verginese
La Delizia Estense del Verginese deve il suo nome al canale, o fosso “Verzenese”, che lambiva la tenuta stessa. Nato originariamente come casale di campagna, il Verginese fu trasformato in residenza ducale nel primo Cinquecento da Alfonso I d’Este, che nel 1534 lo donò a Laura Dianti, affinché lo passasse in eredità ai loro due figli; quando il Duca morì, la moglie fece notevoli cambiamenti all’edificio, affidandone la completa ristrutturazione all’architetto Girolamo da Carpi, che lo trasformò nell’odierno palazzo a pianta rettangolare con le quattro torrette ai vertici. Per quanto riguarda gli interni, vennero anch’essi arricchiti con pitture, stucchi e disegni a tempera, e nel corso degli anni la Delizia del Verginese passò nelle mani di varie famiglie, finché nel 1972 divenne ufficialmente di proprietà dell’Amministrazione Provinciale di Ferrara.
La villa si compone di due piani: nelle sale del piano terra è ospitata la mostra permanente “Mors Inmatura – Il sepolcreto dei Fadieni”, che dal 2006 documenta la scoperta di una piccola necropoli romana proprio a pochi passi dalla Delizia. Qui è possibile ammirare le 5 stele e gli oltre 200 reperti rinvenuti nel corso delle due campagne di scavo.
Il piano superiore è stato invece allestito con la Mostra Permanente della Civiltà Contadina di Mario Maranini, autore dei plastici che riproducono varie attività legate all’agricoltura.
Sempre nel 2006 è stato portato a termine anche il progetto di ristrutturazione del giardino esterno, definito “brolo”, che nel Rinascimento era costituito principalmente da fiori ed alberi da frutto. Con una breve passeggiata si può raggiungere la vicina Torre colombaia, che risale sempre al XVI secolo.
La Delizia Estense del Verginese è aperta al pubblico nel weekend e nei festivi, con orari 10-13 e 14-17 da novembre a marzo, e 10-12,30 e 15,30-19 da aprile ad ottobre. Il costo del biglietto è di 3 Euro, scontato a 2 per i bambini da 6 a 12 anni e per gli over 65. L’ingresso è invece gratuito per i bambini al di sotto dei 6 anni e per gli abitanti di Portomaggiore.
2) Palazzo Schifanoia
Palazzo Schifanoia è l’unica Delizia Estense ancora visitabile che si trova proprio nel centro storico di Ferrara, ed è stata resa nuovamente fruibile dopo un lungo periodo di chiusura per restauro.
Il nome così particolare di questo edificio deriva dal motto “schivar la noia”, che fa riferimento proprio al motivo principale per il quale le delizie stesse venivano concepite, ovvero lo svago e il piacere dell’intrattenimento, e venne fatto costruire alla fine del Trecento per volere di Alberto V d’Este.
La visita non è particolarmente lunga, perché delle due ali in cui è diviso l’edificio (quella ad ovest trecentesca dove ha sede il Museo Civico di arte antica e quella ad est quattrocentesca), soltanto la seconda è stata riaperta al pubblico, mentre nella prima si stanno ancora ultimando i restauri.
Il tour merita comunque, perché sono accessibili le tre stanze principali del palazzo: il Salone dei Mesi, la Sala delle Virtù e la Sala delle Imprese, ovvero gli appartamenti di Borso d’Este. Soprattutto nella prima, è possibile ammirare lo splendido ciclo di affreschi voluto da Borso, riscoperto nel 1820 e considerato uno dei massimi esempi della Ferrara rinascimentale. Gli affreschi sono l’opera collettiva di diversi pittori ferraresi della scuola di Cosmé Tura, e rappresentano trionfi di divinità pagane, figurazioni della vita quotidiana e simboli dell’astrologia.
Palazzo Schifanoia è aperto al pubblico tutti i giorni tranne il lunedì, con orario continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18,30); i giorni di chiusura annuali sono 1 e 6 Gennaio, Pasqua, 1 Novembre, 25 e 26 Dicembre. Il prezzo del biglietto è solitamente di 4 Euro e comprende anche l’ingresso al Lapidario Civico, ma può variare in base all’allestimento di mostre temporanee (dal 2 giugno 2020 al 10 gennaio 2021 è per esempio previsto il percorso espositivo Schifanoia e Francesco del Cossa – L’oro degli Estensi al costo di 10 Euro).
3) Delizia del Belriguardo
La Delizia del Belriguardo l’abbiamo invece scoperta in occasione di “Pettegolezzi a Corte”, evento organizzato la seconda domenica di ottobre in collaborazione tra i Comuni di Argenta, Portomaggiore e Voghiera e con il contributo della Regione Emilia Romagna, che ha visto animarsi i dintorni di Ferrara grazie a visite guidate e rievocazioni storiche in costume.
Nonostante il cielo minacciasse pioggia e tirasse anche un forte vento, alle 9,30 puntuali eravamo già davanti all’ingresso del cortile, insieme agli altri cinque componenti del nostro piccolo gruppo (erano infatti stati previsti tre turni di visita di 7 persone ciascuno) e alla nostra simpatica guida, che ci avrebbe fatto scoprire questa Delizia attraverso episodi ed aneddoti che l’hanno vista come protagonista della vita di corte ufficiale e privata della famiglia d’Este.
Sorta nel 1435 per volere di Niccolò III d’Este come reggia estiva, fu la prima delle Delizie ad essere edificata al di fuori delle mura di Ferrara, e all’epoca fu anche la più ricca e sontuosa, tanto da aggiudicarsi il titolo di Versailles degli Estensi, per le decine di saloni affrescati dai maggiori artisti delle varie epoche e gli enormi giardini all’italiana che occupavano oltre trenta ettari di terreno; per stupire gli illustri ospiti che vi soggiornavano, venivano addirittura organizzate delle battaglie navali con vere navi da guerra.
Dopo un lungo periodo di sfarzo, la famiglia estense fu costretta ad abbandonare la Delizia del Belriguardo nel 1598, quando dovette restituire il feudo ferrarese al Papa, e da allora l’intero edificio venne preso a mano dai contadini, che insediarono qui le loro famiglie e trasformarono le grandi sale della reggia in stalle e granai, conformazione che è arrivata fino ai giorni nostri; unico retaggio dell’antico splendore è la Sala della Vigna, finemente affrescata lungo tutte le pareti.
La visita guidata della durata di un’ora si è conclusa nella parte dedicata al Museo Civico, ospitato in un’ala della reggia e suddiviso in tre sezioni (Archeologica, Rinascimentale e Moderna), e che raccoglie numerosi reperti della Necropoli di Voghenza.
La Delizia Estense del Belriguardo è aperta al pubblico venerdì, sabato e domenica con orari 9,30-12 e 15,30-19, e su prenotazione in settimana. Il costo del biglietto è di 5 Euro, scontato a 2 per disabili, scolaresche, studenti, ragazzi fino a 18 anni, insegnanti e giornalisti. L’ingresso è invece gratuito per i cittadini di Voghiera.
Sempre in occasione dell’evento “Pettegolezzi a Corte”, abbiamo preso parte anche ad una visita guidata al Museo Civico di Argenta e, visto che eravamo nelle immediate vicinanze, siamo passati a scattare due foto agli esterni della Delizia del Benvignante, in quell’occasione aperta eccezionalmente con tre ingressi (tutti pieni al momento della prenotazione), ma solitamente chiusa e in attesa di un’opera di riqualificazione e di restauro soprattutto nelle parti interne.
4) Castello della Mesola
Ultima tappa del nostro itinerario alla scoperta delle Delizie Estensi di Ferrara è stato il Castello della Mesola, che è anche il più scomodo a livello di distanza dalla città (con all’incirca un’ora di macchina con direzione Parco del Delta del Po), e che ci ha accolti con la sua mole imponente compresa fra quattro alte torri e mura merlate, che lo caratterizzano come una struttura a metà tra una fortezza e una dimora di lusso.
La costruzione dell’edificio cominciò nel 1578 per volere di Alfonso II, quarto duca di Ferrara e ultimo discendente della dinastia degli Este, che decise di realizzare una grande tenuta di caccia, ottenuta a seguito di un’impegnativa lotta per la bonifica dell’antico Delta del Po: all’epoca, la sua impresa si estendeva per nove miglia, ed era protetta da una cinta muraria che lo rendeva uno dei parchi venatori più importanti d’Italia. Il grande progetto degli Este si concluse appena due secoli dopo, quando nel 1598 lo Stato Pontificio tornò in possesso anche di Mesola, e la famiglia dovette trasferirsi a Modena.
Il tour del castello è autonomo e si sviluppa su due piani: al primo si visitano le 12 sale del Piano Nobile, oggi adibite ad un’esposizione permanente “In Lode alla Mesola” sulla storia del monumento, sulle quali spicca il grande salone centrale dove è stato allestito il fregio in ceramica “Le Statue d’Oro”, opera dell’artista mesolano Cesare Laurenti, nel quale sono raffigurati gli artisti italiani più importanti del Rinascimento. Il secondo piano ospita invece in 7 sale il Museo del Bosco e del Cervo della Mesola, che approfondisce il rapporto storico e moderno tra il castello ed il territorio che lo circonda, soprattutto dal punto di vista naturale.
Il Castello della Mesola è aperto al pubblico dal martedì alla domenica con orari 9,30-12,30 e 15-18, e con visite guidate su prenotazione. Il costo del biglietto è di 4 Euro, scontato a 2,50 per ragazzi fino a 18 anni e over 65, ed è comprensivo dell’ingresso al Museo del Bosco e del Cervo della Mesola.
L’edificio è perfettamente integrato nel piccolo borgo circostante, così abbiamo scelto di fermarci a pranzare proprio sotto al portico di fronte, al Ristorante Pizzeria Al Castello, dall’atmosfera calorosa e che ha saputo deliziarci con ottimi piatti di selvaggina, primi fra tutti le pappardelle alla lepre e il cervo in umido con polenta (prezzo sui 25 Euro a testa). Per noi assolutamente consigliato!
A neppure cinque minuti di macchina dal Castello della Mesola, ci siamo fermati per scattare qualche foto anche alla Torre Abate, costruzione realizzata nel XVI secolo per il controllo e la difesa idraulica del territorio, che rappresenta oggi un buon punto di partenza per escursioni a piedi o in bicicletta immersi nella natura.
Allora, vi è piaciuto il nostro itinerario tra le Delizie Estensi di Ferrara che abbiamo visitato? Avevate già sentito parlare di questi edifici storici? Noi, avendole non troppo distanti da casa, le abbiamo visitate in giornate separate, ma volendo possono essere accorpate, soprattutto la Delizia di Belriguardo e quella del Verginese che sono molto vicine fra loro: inserirle tutte in un giorno è piuttosto difficile per via degli orari di apertura non troppo ampi, e con chiusura nella fascia della pausa pranzo.
6 Commenti
Che belle queste dimore! Peccato che ne siano andate perse così tante nonostante siano Patrimonio Unesco. Di vista conosco solo il Castello di Mesola perchè lo si intravede dalla Statale. È una bella idea visitare le Delizie per una gita fuori porta!
Ciao Alessandra, sì è un vero peccato perché alcune avrebbero proprio bisogno di essere restaurate e valorizzate!
Stupende queste dimore, dovevamo andare a Ferrara a Marzo poi è successo quel che è successo, sicuramente ci salviamo il post cosi da visitare meglio la città, le dimore sono stupende.
Spero che tu possa recuperare questo itinerario a breve Margherita!
È un peccato che ne siano state conservate e che siano accessibili solo quattro di queste dimore. Chissà quante testimonianze storiche di potrebbero ricavare anche da quelle che non sono accessibili. Ferrara la voglio visitare da tempo e ora ho un motivo in più per farlo!
Esatto Elisa, così hai qualche spunto per visitare anche i suoi dintorni!