Quest’estate l’afa a Bologna è veramente insostenibile, e dopo essere scappati un paio di settimane fa nella zona sui colli per cercare un po’ di refrigerio, abbiamo pensato di rifarlo anche la scorsa domenica, per poter trascorrere almeno qualche ora di piacevole tregua al fresco. Stavolta, ci siamo spostati un po’ di più e abbiamo scelto un itinerario sull’Appennino Tosco-Emiliano, alternando alcune tappe della nostra regione con quelle della limitrofa Toscana, sempre all’insegna di natura, piccoli borghi e santuari nascosti, ma includendo questa volta anche la salita per raggiungere un borgo fantasma…
Cosa vedere sull’Appennino Tosco-Emiliano: itinerario in giornata
1) Castel del Rio
La prima tappa del nostro on the road in giornata sull’Appennino Tosco-Emiliano è stato Castel del Rio, caratteristico borgo facente ancora parte della provincia di Bologna, e distante da dove abitiamo all’incirca un’ora e un quarto di macchina.
Ad essere sinceri pensavamo che ci aspettasse un paese un po’ sonnolento e non troppo movimentato, quindi ci siamo abbastanza stupiti di trovare il centro storico chiuso al traffico e di dover faticare parecchio per riuscire a parcheggiare in una delle strette viuzze limitrofe; noi infatti non ci eravamo informati sugli eventi previsti, ma proprio quel giorno erano state allestite le bancarelle della mostra Militaria, organizzata dal Museo della Guerra ospitato dentro al Palazzo degli Alidosi, ovvero la Rocca del paese (il costo del biglietto di ingresso è di 5 Euro).
Non essendo in realtà molto interessati all’argomento, ci siamo subito diretti in discesa verso la seconda attrazione più importante del paese, ovvero il Ponte degli Alidosi, struttura rinascimentale a schiena d’asino famosa per la sua notevole pendenza, che ancora oggi può essere attraversato sia a piedi che in macchina, grazie ad un sistema di semafori alternati agli ingressi. Al di sotto di esso scorre il fiume Santerno, le cui rive sassose sono prese d’assalto dagli abitanti del luogo e dei dintorni nei caldi pomeriggi d’estate.
2) Moraduccio
Un altro luogo dove potrete fare il bagno sull’Appennino Tosco-Emiliano è al borgo di Moraduccio, piccolo centro al confine fra Emilia Romagna e Toscana: sulla strada principale prendete come riferimento il cartello che segna il passaggio fra le due regioni, e lasciate la macchina nel parcheggio proprio lì di fronte (o lungo la strada, visto che i posti auto non sono numerosi). Poco più avanti, infatti, comincia la breve discesa che vi condurrà alla Cascata di Moraduccio, fresca oasi molto frequentata nei weekend estivi. Qui è possibile fare il bagno, rilassarsi su un telo all’ombra degli alberi, oppure organizzare pic-nic e grigliate in compagnia. Se non siete attrezzati con pranzi al sacco, potreste valutare di fermarvi nel bar/ristorante adiacente al parcheggio.
3) Borgo fantasma di Castiglioncello
Dalla Cascata di Moraduccio parte un sentiero in salita che conduce ad un luogo dall’atmosfera spettrale ed affascinante allo stesso tempo, il borgo fantasma di Castiglioncello. Devo ammettere che per arrivare sulla cima della collina su cui sono adagiati i ruderi del paese, ho fatto parecchia fatica, perché la strada è piuttosto scoscesa e abbastanza scivolosa; per fortuna ci eravamo cambiati le scarpe prima di affrontare il percorso indossando quelle da trekking, che vi consiglio assolutamente.
Le origini di questo piccolo nucleo risalgono al IX secolo, e nei decenni successivi divenne un importante paese di confine, nel quale venne istituita la dogana per il passaggio delle merci fra il Granducato toscano e i territori dell’imolese; i problemi cominciarono alla fine del secolo scorso, quando si iniziò la costruzione di nuove strade ad est del fiume Santerno, che tagliarono fuori l’abitato dalle principali vie di comunicazione, facendo sì che diventasse sempre più difficile da raggiungere, tanto da venire progressivamente abbandonato dagli anni ’50 in avanti.
Attualmente, il borgo storico è lasciato in un completo stato di abbandono ed incuria, al contrario di quello di Craco in Basilicata (che avevamo visitato la scorsa estate e che vede un continuo via vai di turisti grazie alle visite guidate organizzate ogni giorno). A Castiglioncello abbiamo fatto una breve passeggiata tra i silenziosi ruderi, senza addentrarci all’interno delle abitazioni per paura che ci fossero parti pericolanti, e l’atmosfera era resa ancora più spettrale dal cielo nuvoloso e da qualche rovescio di pioggia, per fortuna non forti.
Il giro completo del borgo, comprensivo di salita e discesa, ci ha tenuti impegnati all’incirca un paio d’ore, al termine delle quali ci siamo concessi un meritatissimo pranzo al sacco nei pressi del parcheggio.
4) Firenzuola
Molto più tranquilla è stata la successiva tappa, ovvero il paese di Firenzuola, che ad esser sinceri non ci ha colpiti più di tanto: il centro storico non è particolarmente grande o caratteristico e l’unico punto di interesse che ci interessava fotografare, ovvero Palazzo Comunale, era in ristrutturazione e quindi coperto da ponteggi. Abbiamo allora fatto una breve passeggiata da una porta all’altra e ci siamo consolati con un buon cono seduti ad una gelateria artigianale nella piazza principale.
5) Pietramala
Da Firenzuola ci siamo spostati in un quarto d’ora di macchina alla vicina Pietramala, sempre in provincia di Firenze, dove fuori dal centro storico abbiamo visitato la Chiesa di San Lorenzo (soltanto dall’esterno in quanto chiusa) e la Madonnina del Castellaro, grande statua dedicata a Maria raggiungibile con una breve via Crucis in salita.
6) Sasso di San Zanobi
La tappa successiva è stata all’insegna della natura, in quanto siamo andati ad ammirare il panorama che si gode dal Sasso di San Zanobi, particolare formazione rocciosa a poca distanza dal passo della Raticosa; questo grande masso è classificato come un’ofiolite, ovvero un frammento di antica crosta oceanica scampato alla distruzione, caratterizzato da striature verdastre e violacee.
La macchina può essere lasciata comodamente proprio di fronte, fattore che ci ha consentito di rimanere al riparo perché non appena siamo arrivati siamo stati colti da un breve scroscio di pioggia con il sole, fenomeno abbastanza frequente in queste zone. Sul sasso non è possibile arrampicarsi per motivi di sicurezza, ma si può fare qualche scatto interessante con questa attrazione alle spalle.
7) Santuario di Campeggio Madonna di Lourdes
Il Sasso di San Zanobi è stata la nostra ultima meta in Toscana, e nel rientrare in Emilia Romagna ci siamo fermati al Santuario di Campeggio Madonna di Lourdes a Monghidoro (Bo), che però non ci ha portato via molto tempo perché l’abbiamo trovato ovviamente chiuso (sembra essere questa la prassi delle chiese disperse nei luoghi poco conosciuti dell’Appennino Tosco-Emiliano). Proprio lì accanto, potrete ammirare il curato ingresso al cimitero, abbellito con una serie di statue lungo il perimetro esterno.
8) Santuario del Monte delle Formiche
L’unico luogo di culto che abbiamo trovato aperto è stato il Santuario del Monte delle Formiche, che però abbiamo dovuto visitare davvero in fretta perché stava per iniziare la Messa delle 17; ci siamo però consolati su una delle panchine di fronte all’ingresso, dove ci siamo goduti un po’ di relax e un venticello fresco molto piacevole. La macchina si può lasciare nel parcheggio gratuito proprio al di sotto del santuario, raggiungibile a piedi con una breve salita alla portata di tutti.
Si è concluso così il nostro itinerario sull’Appennino Tosco-Emiliano, meta ideale per provare a sconfiggere l’insopportabile afa cittadina!