Quando per noi bolognesi arriva l’estate, e l’afa cittadina attanaglia le nostre giornate (e i nostri weekend) ma non si ha ancora la possibilità di andare in vacanza in un posto più vivibile, non resta che una cosa da fare: cercare un po’ di refrigerio nella zona collinare intorno alla città. E’ proprio quello che abbiamo scelto noi la scorsa domenica, quando il livello di caldo era ormai abbastanza insopportabile e una fuga al mare era da escludere per via delle lunghe file, soprattutto al ritorno: in questo articolo, vi racconto il nostro itinerario sui colli bolognesi in giornata, ideale per prendersi una pausa rigenerante all’insegna di borghi e natura.
Cosa vedere sui colli bolognesi: itinerario in giornata
“Ma quanto è bello andare in giro per i colli bolognesi…” cantava un giovanissimo Cesare Cremonini insieme agli allora Lunapop, con i quali si divertiva a scorrazzare su e giù per le curve di questa zona in Vespa: noi come al solito ci siamo spostati in macchina, ma il senso di libertà ed i panorami che si possono trovare qui sono essenzialmente gli stessi.
Dal momento che da Bologna le nostre tappe sui colli erano raggiungibili in circa un’ora e mezza di viaggio, non siamo partiti come al solito all’alba, ma siamo riusciti ad alzarci ad un orario decente: mettete comunque in conto che, dopo un’iniziale tratto di autostrada, le vie di comunicazione sono piuttosto tortuose e dovrete procedere ad un ritmo non troppo sostenuto, soprattutto per chi soffre il mal d’auto come me.
La prima sorpresa del nostro itinerario sui colli bolognesi è stata la Chiesa di S. Stefano di Vigo, una caratteristica chiesetta costruita proprio davanti ad un grande masso: meta non prevista ma assolutamente scenografica! Abbiamo provato di fare una digressione e di raggiungerla con la macchina, ma purtroppo abbiamo trovato la strada per salire chiusa da una sbarra e ci siamo accontentati di immortalarla dal basso.
La prima tappa pianificata della nostra domenica mattina è stata il Santuario della Beata Vergine della Consolazione, situato nel Parco di Montovolo, del quale rappresenta il centro d’attrazione sia artistico che religioso. Gli interni sono sobri e con il soffitto in legno, e scendendo le scale si può visitare la cripta; sul lato destro della struttura, è stato allestito un piccolo punto di ristoro dove rifocillarsi.
Una meta a mio parere imperdibile se volete organizzare una gita fuoriporta sui colli bolognesi è La Scola, in località Vimignano nel comune di Grizzana Morandi, uno dei borghi medievali meglio conservati dell’Appennino bolognese.
Il suo nome deriva dal longobardo “Sculca“, che significa posto di guardia o vedetta, ed era già abitato nel 1200, anche se la conformazione attuale è stata raggiunta tra il 1300 ed il 1500, in seguito ad un momento di espansione e sviluppo economico agrario. Fu proprio in questo periodo che i Maestri Comacini, una corporazione di imprese edili itineranti composte da professionisti specializzati, lavorarono per trasformare le vecchie torri in abitazioni civili, espandendole oltre le mura di difesa.
Tra i vicoli del borgo, vi consiglio di camminare con il naso all’insù, per non perdervi i 2 orologi solari verticali sulle mura delle case.
Proseguendo nel nostro itinerario, abbiamo raggiunto le Grotte di Labante, nel comune di Castel D’Aiano, inserite all’interno di un vasto parco, dove abbiamo trovato parecchia gente stesa sui teli a fare picnic o semplicemente a rilassarsi. La macchina può essere lasciata gratuitamente in un parcheggio poco distante, che però non ha molti posti a disposizione.
Le Grotte di Labante sono considerate quasi uniche nel loro genere perché sono le più grandi cavità naturali primarie nei travertini d’Italia: queste conformazioni, infatti, sono molto rare, e difficilmente superano i 4-5 metri di lunghezza, mentre in questo caso si arriva addirittura a 51. Storicamente, risultano essere le prime grotte del bolognese di cui si conservi memoria scritta.
Sopra le grotte è presente anche una cascata naturale alimentata dalla stessa sorgente che ha dato origine alla formazione calcarea. Purtroppo, attualmente, l’area interna delle grotte non è visitabile al pubblico.
Il primo dei borghi che abbiamo visitato nel pomeriggio è stato Rocca di Roffeno, che avevamo già puntato in passato per un importante spettacolo di fuochi d’artificio che si svolge qui tutti gli anni. In questa occasione, ci siamo limitati a raggiungere una delle sue attrazioni più famose, il Monzone, casa torre risalente al 1200 dove soggiornò anche Giorgio Morandi all’inizio della sua carriera, e nel quale realizzò 18 opere durante i mesi estivi che trascorse qui. Questo luogo di interesse si trova fuori dal centro storico e si può raggiungere solo a piedi, in quanto è inserito in una proprietà privata con divieto di transito per le macchine.
Un po’ più difficile da trovare è l’Antica Pieve, a circa 2 chilometri fuori dal paese; proprio accanto ad essa è stato costruito un agriturismo, che noi non abbiamo provato ma che ci ispirava molto.
Con lo spostamento più lungo della giornata (circa 40 minuti), abbiamo raggiunto il secondo borgo del pomeriggio, ovvero Castello di Serravalle, che si può visitare unicamente a piedi lasciando le macchine nei due parcheggi fuori dalle mura. Oltre ad una passeggiata lungo i suoi vicoli, abbiamo fatto anche una sosta all’interno del suo piccolo ecomuseo ad ingresso gratuito.
La nostra gita fuoriporta sui colli bolognesi si è conclusa a Monteveglio, cittadina moderna ma che conserva nella parte alta un borgo antico con un’abbazia, che però abbiamo dovuto accontentarci di visitare dall’esterno perché vi si può accedere soltanto per la Messa, oltre al fatto che è vietato fare foto al suo interno. La macchina può essere lasciata comodamente in un ampio parcheggio esterno al centro storico.
Colli bolognesi, cosa fare: un consiglio extra
Un luogo assolutamente da non perdere in un itinerario sui colli bolognesi (ma che noi non abbiamo inserito in questa nostra domenica fuoriporta perché c’eravamo già stati) è sicuramente la Rocchetta Mattei, l’affascinante castello arabo incastonato nel verde delle colline, di cui vi avevo già parlato in maniera dettagliata in questo articolo.
Dove mangiare (bene) sui colli bolognesi
Non c’è che dire, una cosa che non manca lungo le tortuose strade delle colline bolognesi sono ristoranti, agriturismi e trattorie, quindi non avrete che l’imbarazzo della scelta.
Noi ci siamo fermati, un po’ per caso in realtà, in un posto che ci era stato suggerito, il Bologna Tartufunghi a Orelia di Vergato, specializzato in funghi e tartufo. Noi abbiamo scelto un antipasto misto in 2 a base di crostini e polenta fritta, un risotto con funghi e tortelli di patate con tartufo nero, e per concludere un contorno di funghi fritti, spendendo in totale 55 euro. Assolutamente consigliato!
2 Commenti
Una che di cognome fa Pancaldi non può che essere superbolognese. Complimenti per il sito.
In effetti… 🙂 Grazie Martino!