Da grandi estimatori dei laghi quali siamo (sia in Italia che all’estero), eravamo rimasti incantati dal giro che avevamo fatto qualche anno fa sulle Isole Borromee del Lago Maggiore, così, non appena quest’estate siamo ritornati nell’Alto Piemonte, non ci siamo fatti scappare un tour del vicino Lago D’Orta, sicuramente di più piccole dimensioni ma molto caratteristico e suggestivo. Mentre nel viaggio precedente le isole che si potevano vedere erano tre, in questo caso ne è presente una sola, l’Isola di San Giulio, che ovviamente noi non potevamo non visitare. In questo articolo vi propongo il nostro itinerario del Lago D’Orta in macchina, alla scoperta dei luoghi di interesse da non perdere assolutamente lungo le sue sponde.
Itinerario del Lago D’Orta in macchina: cosa vedere in un giorno
La meta iniziale da cui è partito il nostro itinerario sul Lago D’Orta non poteva che essere il borgo di Orta San Giulio, dal quale partono la maggior parte dei traghetti per l’omonima isoletta. Noi abbiamo lasciato la macchina in un parcheggio coperto al costo di 2 Euro l’ora (per un tempo di circa 4 ore) e abbiamo fatto una piacevole passeggiata sul lungolago, cogliendo e fotografando gli scorci più suggestivi quando ancora non c’era troppa gente in giro: trovandoci già in Piemonte, infatti, non siamo dovuti partire all’alba come nostro solito, ma vi consiglio comunque di arrivare qui la mattina sul presto, perché dopo il lungolago e l’imbarco per i traghetti vengono presi letteralmente d’assalto (ce ne siamo accorti di persona quando siamo sbarcati al ritorno).
Con calma ci siamo avviati al piccolo porticciolo dove abbiamo acquistato il biglietto per il traghetto al costo di 4,50 Euro A/R a persona; neanche quasi il tempo di salire (l’isola infatti si trova ad appena 400 metri dalla riva e il viaggio dura pochi minuti) che siamo subito arrivati a destinazione sulla terraferma.
L’alone di mistero che circonda quest’isola è dovuto in parte anche ad una leggenda che la riguarda, e che narra che in passato questo terreno non fosse altro che uno scoglio abitato da serpi e terribili mostri (identificati molto probabilmente con gli eretici ariani), fino a quando nel 390 vi approdò San Giulio: attraversando le acque del lago sopra il suo mantello e guidato nella tempesta dal suo bastone, il Santo fondò una chiesa, nella quale scelse di essere anche sepolto, e trasformò l’isola nel centro di evangelizzazione di tutta la regione.
Attualmente, fulcro di questo lembo di terra è un piccolo centro abitato in cui gli edifici di maggiore rilevanza storica sono la Basilica di San Giulio e il Monastero Mater Ecclesiae, costruito sulle rovine di un antico castello e che occupa gran parte della superficie dell’isola.
Attraverso una breve scalinata ci siamo diretti per prima alla Basilica, ad ingresso libero e gratuito (con orari lunedì 12-18 e dal martedì alla domenica 9,45-18), per poi raggiungere il Monastero attraverso la Via del silenzio e della meditazione, un circuito ad anello che percorre l’intera isola e durante il quale sono presenti vari inviti a mantenere un tono di voce contenuto. Il Mater Ecclesiae è un convento di clausura femminile in cui le monache, uniche persone a risiedere stabilmente sull’isola, si dedicano alla preghiera, allo studio, e alla preparazione del celebre pane di San Giulio.
Terminata la visita di queste due attrazioni principali, ci siamo diretti nuovamente all’imbarco, dove abbiamo preso il traghetto del ritorno. Siamo ridiscesi a Orta verso ora di pranzo, ma i molti ristoranti del lungolago ci sono sembrati veramente troppo cari (se però vi piace il genere, appena fuori dal paese sorge Villa Crespi, rinomato ristorante dello chef Antonino Cannavacciuolo), così ci siamo accontentati di un pranzo al sacco acquistato ad un forno lungo la strada che conduce alla Chiesa di Santa Maria Assunta.
Dopo esserci rifocillati per bene abbiamo ripreso la macchina per raggiungere il Santuario Sacro Monte di Orta, sempre all’interno di questo comune, facente parte del gruppo dei nove Sacri Monti alpini in Piemonte e Lombardia considerati patrimoni dell’umanità; il percorso è stato realizzato sul modello del Sacro Monte di Varallo, e si snoda attraverso 20 cappelle immerse nella natura che illustrano con sculture e pitture gli episodi della vita di San Francesco, tutte caratterizzate da grande realismo espressivo. L’auto può essere comodamente lasciata all’inizio della camminata, che non è per niente faticosa e tutta all’ombra (ideale per chi viene qui in estate come noi); il fulcro della visita è la Chiesa di San Nicolao, edificio proto-romanico rimodellato nel corso del XVII secolo ad imitazione della Basilica inferiore di Assisi, all’interno della quale è ospitato l’antico gruppo ligneo della Madonna della Pietà.
Ripresa la macchina, abbiamo raggiunto in pochi minuti Legro, frazione e zona sopraelevata di Orta, conosciuto anche come il “Paese Dipinto” per via dei quasi 50 murales a tema cinema sui muri delle sue case, realizzati da artisti provenienti da ogni parte d’Italia e d’Europa; questo borgo è grazioso ma non molto grande, e può essere visitato in poco tempo percorrendo la Via del Cinema.
Come ultima tappa del nostro itinerario del Lago D’Orta in macchina, abbiamo raggiunto in 10 minuti da Legro il Santuario Madonna della Bocciola a Vacciago, frazione del comune di Ameno, sempre in provincia di Novara, costruito sui resti di una piccola chiesa che nel XVI secolo venne edificata in ricordo di un’apparizione della Vergine. L’ingresso al santuario è libero e gratuito.
E voi, avevate giù sentito parlare o siete già stati sul Lago D’Orta? Vi lascio qui sotto qualche altra esperienza da provare: