Quando quest’estate abbiamo deciso di visitare il Lago D’Orta non ci siamo fatti neppure mancare un’incursione di tre giorni in Valsesia, valle alpina della provincia di Vercelli al confine con Valle D’Aosta e Svizzera. D’altronde, dopo aver optato per rimanere in Italia per il secondo anno consecutivo, ci siamo ripromessi di esplorare al meglio la regione del Piemonte, e di non limitarci alla più conosciuta (anche se sempre bellissima!) zona di Torino, o alle rinomatissime Langhe. In questo articolo, vi propongo il nostro itinerario della Valsesia in macchina, per far conoscere anche a voi l’Alto Piemonte, forse una delle parti più autentiche di questa regione.
Cosa vedere in Valsesia in 3 giorni: primo giorno
Ovviamente il giorno della partenza abbiamo dovuto svegliarci all’alba, visto che la nostra prima tappa alla scoperta della Valsesia è stato il Castello Visconteo di Vogogna, distante da Bologna all’incirca 4 ore di macchina.
Questa fortezza sorge a nord dell’insediamento urbano, addossata ad uno sperone di roccia, in una posizione dominante rispetto alla vallata, ed infatti per raggiungerla dovrete salire alcune rampe di scale. Caratteristica della sua parte esterna è la torre poligonale sul retro dell’edificio, risalente ad almeno il XIV secolo. Gli interni non sono sfarzosi perché, in quanto adibito ad avamposto difensivo dell’allora Ducato, ospitò varie armate senza mai diventare residenza nobiliare, quindi la visita si presenta semplice ma piacevole: ad ogni piano sono presenti alcune esposizioni, e si può salire su entrambe le torri per ammirare il panorama circostante. Il giro è autonomo ed il costo del biglietto è di 4 Euro.
Terminata la visita al castello siamo ridiscesi nel paese di Vogogna per inoltrarci tra i suoi vicoli, e abbiamo scoperto un’iniziativa molto carina che si svolgeva proprio in quei giorni e di cui non sapevamo l’esistenza, ovvero la mostra diffusa “Friends and Chris” organizzata dal professor Christiaan Veldman e altri 12 artisti suoi amici, allestita negli spazi anche privati del borgo medievale. Grazie a questo evento, abbiamo potuto visitare alcune location tipiche e solitamente chiuse al pubblico come Casa Canonica, Palazzo Pretorio, Villa Biraghi o Palazzo Arcangeli, oltre a varie chiese impreziosite da opere d’arte contemporanee.
Da Vogogna ci siamo spostati a Verbania in circa 40 minuti di macchina, per visitare una delle sue attrazioni più importanti, il Museo del Paesaggio. Il giro è autonomo e si snoda su due piani, al primo dei quali è allestita la gypsoteca, mentre a quello superiore è collocata la pinacoteca: in quest’ultima potrete sempre accedere alla mostra permanente, mentre quando siamo stati noi ne era prevista anche una temporanea dedicata a Carrà e Martini. Il costo del biglietto di ingresso è di 5 Euro.
Verbania è una cittadina piacevole e molto turistica sulle sponde del Lago Maggiore, e dopo la visita al museo ne abbiamo approfittato per scoprirla meglio con una passeggiata sul lungolago. Avendo ancora tempo a disposizione, abbiamo poi ripreso la macchina per raggiungere Arona, paese dove eravamo già stati in un viaggio precedente durante il quale ci eravamo però persi il Colosso di San Carlo Borromeo, la monumentale statua alta 35 metri dedicata al Santo Arcivescovo di Milano, soprannominata simpaticamente “Il San Carlone” proprio per via delle sue colossali proporzioni. La salita sulla statua è a pagamento, e noi ci siamo limitati a fotografarla al di fuori del tornello.
In appena 10 minuti di macchina, abbiamo raggiunto Oleggio Castello, in provincia di Novara, dove avremmo alloggiato al Castello dal Pozzo, lussuoso hotel a cinque stelle che abbiamo deciso di concederci grazie alla vantaggiosissima iniziativa dei Voucher Piemonte, con la quale si poteva soggiornare 3 notti al costo di 1 nelle strutture aderenti. Inutile dire che per una volta ci siamo trattati proprio bene!
Cosa vedere in Valsesia in 3 giorni: secondo giorno
Anche il secondo giorno siamo partiti di buon’ora perché ci attendeva più di un’ora e mezza di macchina per raggiungere Alagna, piccolo comune situato ai piedi del versante meridionale del massiccio del Monte Rosa, dove volevamo visitare il Museo Walser, allestito in una baita perfettamente conservata datata 1628, che su tre piani concentra la vera essenza di questa popolazione, famosa per costruire abitazioni che ospitavano sotto lo stesso tetto stalla, spazi destinati al riposo, alla vita sociale e alla conservazione dei cibi. La visita è libera e breve, ma molto caratteristica, in quanto prosegue anche negli spazi esterni, dove questo museo è perfettamente inserito; il costo del biglietto di ingresso è di 3,50 Euro.
Da questo luogo in cui il tempo sembra essersi davvero fermato, ci siamo spostati in uno più turistico ma allo stesso tempo spirituale, il Sacro Monte di Varallo, l’esempio più antico e di maggior interesse artistico tra i Sacri Monti presenti nell’area alpina lombardo – piemontese.
Questa attrazione è completamente gratuita e a mio avviso adatta a tutti, perché le 45 cappelle dislocate lungo il percorso sono veramente belle a livello artistico, e sono sicura che piaceranno anche a chi non è particolarmente credente; oltre a questo, bisogna aggiungere che la salita per arrivare in cima non è per nulla faticosa, quindi può essere una piacevole camminata per chiunque. Il parcheggio a ridosso del punto di partenza è a pagamento, ma appena poco più giù si può lasciare la macchina liberamente, quindi per pochi passi in più vi consiglio assolutamente la seconda opzione.
Sono presenti un bar/ristorante all’inizio e uno alla fine del percorso, noi ci siamo fermati a mangiare in quello in cima e ve lo consiglio senza alcuna esitazione, perché ci siamo saziati con un buon tagliere di affettati accompagnato da polenta e ratatouille di verdure spendendo soltanto 24,50 Euro in due.
Il Santuario è probabilmente l’attrazione più conosciuta di Varallo, ma io vi suggerisco di non perdervi neppure il suo Palazzo dei Musei, che comprende la Pinacoteca ed il Museo Calderini, nel quale spiccano la sezione naturalistica e un’interessante collezione di maioliche. Il costo del biglietto per entrambi gli allestimenti è di 10 Euro, la visita è autonoma e per vederlo tutto abbiamo impiegato all’incirca un’ora.
Cosa vedere in Valsesia in 3 giorni: terzo giorno
Il nostro terzo giorno dell’itinerario in Valsesia è cominciato con la visita al Ricetto di Candelo, piccolo borgo fortificato rimasto intatto fino ai nostri giorni. Il nome del paese deriva dal termine latino “receptum” (ricovero, rifugio), che sta ad indicare per l’appunto un luogo difeso, cinto da fortificazioni, e quello di Candelo è considerato il migliore esempio fra tutti quelli censiti in Piemonte per il suo sorprendente stato di conservazione. La struttura originaria si è mantenuta inalterata grazie alla sua matrice contadina, in quanto ancora oggi è utilizzato per la vinificazione e la protezione dei prodotti della terra.
Al fine di tutelare e valorizzare il Ricetto, l’Amministrazione Comunale ha dato vita al suo interno ad un Sistema Museale Integrato, e la sua atmosfera d’altri tempi ha richiamato qui artisti in cerca di tranquillità, che hanno trasformato le cantine nei loro atelier.
Dal Ricetto di Candelo ci siamo spostati a Verrone, in provincia di Biella, per visitare un museo molto particolare, il Falseum – Museo del Falso e dell’Inganno, dedicato al mondo della bugia e dove niente è come sembra. Questa attrazione si trova all’interno di un castello ed è curioso il contrasto fra gli ambienti d’epoca e gli allestimenti moderni ed interattivi; vi si può accedere solo con visite guidate della durata di un’ora e mezza ed il costo del biglietto è di 7 Euro.
Dopo un pranzo veloce al ristorante argentino, ci siamo spostati a Biella per vedere un altro paio di punti di interesse, anche se abbiamo già in programma di tornare in questa cittadina in futuro per approfondirla meglio e recuperare quello che ci manca (a tal proposito, puoi approfondire qui che cosa vedere a Biella in un giorno).
Alle 14,30 avevamo infatti prenotato una visita guidata alla Città dell’Arte – Fondazione Pistoletto, organizzazione no profit istituita nel 1998 dall’artista Michelangelo Pistoletto, esponente principale dell’arte povera, all’interno di un opificio dismesso, l’ex Lanificio Trombetta. L’intero complesso è un centro dedicato all’arte contemporanea che organizza mostre, convegni, spettacoli, performance, rassegne cinematografiche e laboratori didattici, ed è possibile visitarlo unicamente con visite guidate della durata di un’ora; il costo del biglietto è di 10 Euro.
Ci siamo poi spostati a Trivero, sempre in provincia di Biella, per visitare l’ultima attrazione della giornata, Casa Zegna, una palazzina degli anni ’30 su due piani appartenuta a questa famiglia. Oggi ospita la mostra permanente From Sheep to Shop, che narra la storia del Gruppo Zegna dalle origini fino ai nostri giorni, e uno spazio per le mostre temporanee; la visita è autonoma ed il costo del biglietto di ingresso è di 5 euro.
Terminato il nostro tour, ci siamo fermati a cenare ad Arona, all’Hamburgeria Obic, e ci siamo goduti una serata sul lungolago, che abbiamo appurato essere molto vitale e trafficato dopo il tramonto.
Termina qui il nostro itinerario della Valsesia di 3 giorni, conoscevate già queste zone del Piemonte o vi siete sempre soffermati soltanto su Torino e dintorni?