Lo scorso fine settimana mi sono cimentata in un’esperienza abbastanza nuova per me, sulla quale mi sono posta varie domande prima dell’effettiva partenza: abbiamo infatti provato un trekking nelle Marche, e i miei interrogativi fino al giorno prima riguardavano tutti la questione se sarei stata in grado di affrontare o meno il percorso che mi aspettava.
Ma cominciamo dall’inizio: tutto è nato in seguito all’invito di Massimo al blogtour “Il Grande Anello dei Borghi Ascolani”, con lo scopo di testare un cammino esperienziale di 6 giornate (e altrettante tappe) della lunghezza di circa 90 chilometri totali, con partenza a piedi da Ascoli Piceno e ritorno in città, seguendo un percorso per l’appunto circolare. Ovviamente, a seconda del proprio livello di preparazione fisica, si poteva scegliere quale parte dell’itinerario affrontare, se tutto nella sua interezza o partecipando soltanto ad alcune giornate.
Chi mi conosce bene lo sa, la mia preparazione atletica non è il massimo, pur avendo iniziato quest’anno durante il lockdown forzato a fare delle camminate in piano per il mio paese e i suoi immediati dintorni; l’altra metà del blog, invece, più allenata tecnicamente, non disdegnava affatto l’idea di una rigenerante immersione nella natura, così siamo arrivati ad un compromesso, accettando di partecipare a due tappe del cammino, la 4° e la 5°, nelle giornate di venerdì e sabato (il tour completo era iniziato il lunedì e si sarebbe concluso la domenica dopo la nostra partenza).
Che dite, sarò sopravvissuta a questa esperienza? Ovviamente sì perché la sto raccontando in questo articolo, ma se volete davvero sapere come sono andate le cose non dovrete fare altro che leggere tutto fino in fondo!
Escursioni a piedi in montagna: come partire preparati
Quando si affronta un trekking, indipendentemente dal grado di difficoltà, ma che sicuramente prevederà sali e scendi o tratti su strade bianche e in mezzo ai boschi, è sempre meglio partire preparati a livello di equipaggiamento: personalmente non lo ero del tutto, quindi la settimana prima della partenza mi sono recata in un negozio sportivo per recuperare quello che ancora mi mancava.
Gli articoli che ho acquistato sono stati 2 e, in seguito alla mia esperienza, ho capito che sono davvero fondamentali per questo tipo di camminate: il primo è stato un paio di scarpe da ginnastica con la suola robusta e scolpita (al contrario delle mie che hanno tutte la suola liscia!), ed un paio di pantaloni da trekking lunghi, assolutamente fondamentali per proteggersi dai rovi o dai rami appuntiti che si possono trovare nei sentieri poco battuti di montagna. Se come me non siete camminatori abituali, sono comunque in commercio tanti buoni articoli ad un prezzo davvero basso, mentre se volete rendere questa attività un po’ più costante, forse vi conviene fare riferimento a marche più specifiche o prodotti più tecnici; durante la seconda giornata, mi è stato prestato anche un paio di bacchette da trekking, che consiglio assolutamente per aiutarvi in questo tipo di percorsi.
Per quanto riguarda il resto dell’attrezzatura ero abbastanza fornita, anche attenendomi alle indicazioni che erano state date per tutti i partecipanti: cappello e crema solare per proteggermi dal sole, giacca impermeabile per la pioggia, borraccia e barrette energetiche in caso di necessità, eventuale spray antizanzare. Sulle spalle ho tenuto lo zaino con lo stretto necessario, mentre la valigia è stata caricata nella macchina di un autista e portata direttamente nell’albergo dove saremmo arrivati alla fine della giornata, per evitare pesi troppo ingombranti.
Per la tipologia del nostro cammino, il driver ci ha sempre seguiti rimanendo a disposizione per eventuali problemi o rientri anticipati, e tutti i partecipanti erano coperti da assicurazione.
Trekking nelle Marche: da Forcella a Valledacqua
La nostra giornata per raggiungere il resto del gruppo alla 4° tappa è iniziata all’alba delle 5, dovendo partire in macchina da Bologna: in circa 3 ore e mezza abbiamo raggiunto il parcheggio dello stadio del Duca ad Ascoli Piceno, dove si può lasciare gratuitamente l’auto per tutto il tempo che si vuole, e qui siamo stati recuperati da Valeria, guida turistica e nostra driver per la giornata, che ci ha introdotti con una breve visita al centro storico della città, comprensiva di passeggiata in Piazza del Popolo e una sosta golosa al Caffé Meletti, storico bar/pasticceria della zona in stile liberty.
Da qui ci siamo spostati sempre in macchina raggiungendo in una ventina di minuti le Sorgenti sulfuree di “Lu Vurghe”, ad Acquasanta Terme, due piccole vasche di acqua calda totalmente immerse nella natura, dove gli altri membri del gruppo stavano facendo il bagno rilassandosi. A questi specchi d’acqua non troppo grandi ma limpidissimi si può arrivare unicamente a piedi, dopo aver lasciato la macchina dove termina la strada, attraverso una discesa abbastanza ripida ma fattibile. Noi non abbiamo provato l’esperienza di buttarci nell’acqua sia per mancanza di tempo sia perché purtroppo la giornata non era delle migliori e stava cominciando a piovere, ma ora sappiamo come raggiungere questo luogo e possiamo di certo recuperare!
E’ cominciato così il nostro cammino vero e proprio, anche se il meteo è andato progressivamente peggiorando: in appena 20 minuti di strada abbiamo raggiunto il borgo di Paggese seguendo una strada agevole in piano, quindi ci siamo rifugiati al coperto al Circolo Arci del paese per goderci il pranzo che ci è stato gentilmente offerto dall’Associazione Turistica Pro Acquasanta Terme, fautrice del progetto le Antiche Vie Mulattiere dell’Acquasantano, iniziativa che nasce per promuovere questo territorio attraverso il ripristino, la mappatura e la valorizzazione dell’antica rete di sentieri che collega i borghi del comune di Acquasanta Terme con i mulini, i castelli, le abbazie e i paesi del vicino Abruzzo.
Finito il pranzo ci attendeva la guida Valentina per un tour alla scoperta dei vicoli del centro storico, dove abbiamo visitato la Chiesa, che nell’antichità aveva due entrate separate per gli uomini e le donne, e le Case Parlanti, con le iscrizioni incise sulle porte (gli antenati dei blog!) per sottolineare l’importanza dei proprietari, molto in voga anche ad Ascoli Piceno come aveva già avuto modo di segnalarci Valeria. Da Paggese abbiamo proseguito verso Castel di Luco, dimora immersa nella quiete dei boschi e costruita su un geyser spento, alla quale si accede attraverso una scala ricavata nella roccia: il complesso è attualmente chiuso per lavori di ristrutturazione, ma noi siamo stati accolti direttamente dal proprietario, che ci ha fatto fare una breve visita in anteprima.
Da qui la strada si è fatta un po’ più faticosa, soprattutto in un tratto in salita nel sottobosco reso più viscido e fangoso per colpa della pioggia, ma siamo arrivati ugualmente senza intoppi alla meta finale della giornata, l’Hotel Monastero Valledacqua ad Acquasanta Terme, suggestiva location dove avremmo dormito quella notte. All’interno del complesso è presente l’Abbazia di S. Benedetto, gestita oggi da due frati, a lato della quale sorge la foresteria, dove dal 2002 sono state allestite 30 camere per l’accoglienza di turisti o pellegrini. Le stanze hanno letti singoli e sono arredate con semplicità in stile arte povera, ma sono assolutamente confortevoli e pulite, e l’alloggio è l’ideale per chi cerca una vacanza rilassante lontana dal rumore e dal caos cittadino. All’interno dell’albergo è presente anche il ristorante, ottimale per noi che non avevamo mezzi per spostarci la sera, e assolutamente consigliato per la bontà dei piatti e l’abbondanza delle porzioni. Non importa neppure che vi dica come ho dormito profondamente la notte in cui siamo stati qui…
Trekking nelle Marche: da Valledacqua a Coperso
Anche il quinto giorno di cammino lungo il Grande Anello dei Borghi Ascolani è cominciato di buon’ora, anche se io in mattinata ho usufruito del servizio di driver, per evitare il primo tratto che mi è stato detto essere quasi tutto in salita ed il più faticoso della giornata: così, dopo essermi goduta con calma la colazione in hotel, ho raggiunto con l’autista Attilio la prima tappa prevista, ovvero la piccola frazione di San Gregorio, la più alta del comune di Acquasanta Terme con i suoi 1.000 metri s.l.m., dove il gruppo è arrivato poco prima di mezzogiorno e dove abbiamo anche pranzato all’aria aperta a base di prodotti tipici e calore umano. Questo caratteristico raggruppamento di case è famoso a livello storico perché qui nel 1860 aveva sede il quartier generale dell’esercito capeggiato da Giovanni Piccioni, leader indiscusso della rivolta post unitaria dell’Alto Piceno; proprio in uno dei suoi vicoli si può ancora ammirare il balcone in legno della casa in cui nacque nel 1798, e da qui parte quello che ancora oggi è conosciuto con il nome di Sentiero dei Briganti.
Con la pancia piena ho ripreso anch’io il cammino del pomeriggio, che dapprima ha seguito una strada asfaltata in leggera discesa, per poi incunearsi in un sentiero non battuto nel sottobosco, dove siamo stati immersi per circa due ore, tra natura a perdita d’occhio, qualche piccolo strapiombo e sul finire il panorama sul turchese Lago di Talvacchia, che mi ha ripagato da qualunque sforzo.
Come conclusione della giornata abbiamo raggiunto Coperso, dove il resto del gruppo avrebbe alloggiato per la notte, mentre noi ci siamo fatti riaccompagnare ad Ascoli Piceno, dove abbiamo recuperato l’auto per rientrare a Bologna.
Che dire, questa esperienza per me particolare di trekking nelle Marche è stata allo stesso tempo faticosa e rigenerante, perché per un paio di giorni, oltre a mettermi alla prova per vedere fino a dove potevo spingermi, non ho pensato alle ansie e ai problemi della vita quotidiana, aprendomi ad un mondo nuovo fatto di condivisione ed introspezione. Insomma, esperienza assolutamente consigliata!
[N.B.: il nostro giro è stato il test tour di questo cammino, che potrebbe subire qualche modifica e che al momento dovrebbe essere classificato come un trekking di media difficoltà. Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti, vi consiglio di seguire la pagina Facebook del Grande Anello dei Borghi Ascolani].