Ebbene sì, l’abbiamo rifatto: se ci seguite già da un po’, vi ricorderete che lo scorso anno siamo partiti insieme a due coppie di amici per esplorare i dintorni di Trento nei pressi del Lago di Garda (e se ve lo siete dimenticato, potete recuperare il mio racconto dal link precedente). Visto che ci siamo trovati particolarmente bene, e tenendo conto del fatto che in compagnia le salite sono meno faticose, abbiamo deciso di ripetere, e sempre con lo stesso gruppo siamo partiti per un weekend in Val di Non, valle del Trentino situata nella parte nord-occidentale della provincia autonoma di Trento.
Qui le attività e i percorsi da fare sono davvero tanti, e noi abbiamo selezionato quelli che potevano essere alla portata di tutti, considerando anche che viaggiavamo con una bambina e con un cane di piccola taglia, e a questo bisogna anche aggiungere che non tutti eravamo particolarmente allenati. Camminare nella natura è stato ad ogni modo davvero rigenerante, anche per chi non ama troppo la montagna come me, perché ti consente davvero di abbandonare per un po’ i cattivi pensieri e di staccare da tutto e da tutti (aiutati soprattutto dal fatto che in molti posti il cellulare non prendeva per nulla).
Ecco quindi i miei consigli su cosa fare e vedere in Val di Non, validi soprattutto se visitate questa zona in estate come noi.
Cosa fare in Val di Non in estate: consigli per un weekend alla portata di tutti
Per goderci appieno il weekend, siamo partiti il venerdì pomeriggio dopo il lavoro, arrivando di sera verso le 20: a quell’ora ci siamo giusto sistemati nel nostro alloggio e abbiamo cenato, ma almeno la mattina seguente eravamo già pronti di buon’ora per scoprire il territorio. Come base per due notti abbiamo scelto un appartamento veramente economico nel piccolo centro di Brez (al costo totale di 180 Euro da dividere in 5), dagli arredi semplici ma spazioso, e soprattutto comodo a tutte le attrazioni che avevamo messo in elenco per i nostri due giorni in Val di Non.
Il sabato mattina è cominciato con un’escursione al Lago di Tovel, distante dal nostro alloggio circa 40 minuti di macchina. Questo specchio d’acqua è conosciuto anche con il nome di “Lago Rosso” perché ogni estate, fino al 1964, la sua superficie si tingeva di un vivido color rosso sangue, fenomeno naturale legato alla presenza di un’alga, che si sviluppava in condizioni meteorologiche favorevoli e soprattutto in caso di bassa piovosità. Purtroppo, questa colorazione così particolare si basava sulla concomitanza di vari fattori, e il mutare di uno solo di essi ha portato all’interruzione dell’arrossamento delle acque del lago a metà degli anni Sessanta.
Oltre alla spiegazione scientifica, esiste anche una leggenda legata a questi luoghi, che racconta come la ferma volontà di Tresenga, principessa di Ragoli, di non sposare Lavinto, re di Tuenno, interessato più alle terre che all’amore, sfociò in una terribile battaglia sulle rive dal lago che portò allo sterminio dei ragolesi. Il sangue tinse di rosso le acque, tornando ogni anno in ricordo della bella Tresenga.
Dal punto di vista pratico, il Lago di Tovel è circondato da vari parcheggi di cui uno, quello che abbiamo scelto noi, si trova proprio a ridosso dell’inizio del percorso: essendo il più comodo, e per essere sicuri di non rimanere fuori, abbiamo riservato il nostro posto auto online, al costo di 10 Euro per tutta la giornata. Vi consiglio comunque di arrivare qui sul presto, perché dopo le 10,30 questo parcheggio non sarà più accessibile e dovrete lasciare la macchina in quelli più lontani, collegati al lago dal servizio navetta: a seconda della distanza hanno un costo minore, ma dovrete comunque attenervi agli orari di partenza degli autobus, mentre così abbiamo cominciato il giro all’orario che desideravamo.
Noi abbiamo intrapreso il percorso giallo in senso antiorario, ovvero quello classico che costeggia le sponde del lago, e camminando molto tranquillamente (oltre a fermarci varie volte per chiacchiere e scatti fotografici) abbiamo impiegato circa 4 ore per ultimarlo, compresa anche la parte in cui si sale per vedere la cascata. Se si vuole trascorrere qui tutta la giornata, ci si può organizzare con il pranzo al sacco e fermarsi in una delle spiaggette o delle aree attrezzate appositamente, ma noi non ci avevamo pensato e siamo arrivati piuttosto affamati nel punto di ristoro al termine della passeggiata ad anello (non ne sono previsti altri nel percorso, così come per i bagni). Qui abbiamo trovato posto proprio nel ristorante fronte lago, anche considerando il fatto che erano ormai le 14 e l’orario di punta era già trascorso: il menù è stato di nostro gradimento, abbiamo mangiato bene con piatti tipici della tradizione trentina (la mia trota salmonata era molto gustosa ma non troppo abbondante), anche se il conto non è stato tra i più economici.
Con altri 40 minuti di macchina, ci siamo spostati dopo pranzo al Lago di Smeraldo che, nonostante il nome accattivante derivante dal colore delle sue acque, non ci ha entusiasmati come il precedente, in quanto artificiale ed inserito in un contesto naturale molto meno suggestivo. Il giro completo delle sue sponde non richiede molto tempo, e oltre a questo, vi consiglio di percorrere il tratto delle Gole del Rio Sass’, dove con una breve scalinata in discesa si possono ammirare la cascata ed un vecchio mulino non più utilizzato, mentre con una comoda passeggiata in piano si può raggiungere il centro abitato di Fondo.
Proprio in questo paese siamo tornati noi la sera in macchina per cenare tutti insieme all’Hotel Lady Maria, dove alloggiavano gli altri nostri amici, e che prevede un servizio di ristorante anche per chi non è ospite dell’albergo. La scelta dei piatti non è troppo varia, ma vengono proposte tre tipologie di menù fisso in ognuna delle quali è compreso un buffet di verdure, e tutti i piatti sono stati di nostro gradimento. Per terminare la serata, abbiamo fatto un giro a piedi per il centro storico del paese, dal momento che il clima era particolarmente gradevole.
Il secondo giorno del nostro weekend in Val di Non è cominciato con un’attrazione ad appena 15 minuti di macchina da Brez, ovvero il Parco Fluviale Novella, un’affascinante area naturalistica che può essere visitata in vari modi, con un semplice trekking come abbiamo fatto noi, o in maniera più avventurosa in Kayak o praticando Canyoning. Ovviamente, in base alla tipologia scelta, cambiano anche le tariffe di ingresso, che variano da 10 Euro per il percorso a piedi fino a 50 per il Kayak e 65 per il Canyoning.
Per chi sceglie la prima modalità, ci si incammina per un semplice giro ad anello, che dalla biglietteria sale per un breve tratto di strada e attraversa inizialmente un meleto. Dopo una prima parte completamente all’aperto, comincia quella più affascinante di tutto il percorso, la discesa nei canyon scavati nella roccia dal fiume Novella in migliaia di anni, caratterizzati da stretti passaggi e alte pareti verticali. Il paesaggio è semplicemente suggestivo, e può essere ammirato al meglio grazie a quasi un chilometro di passerelle metalliche, che vi daranno l’impressione di camminare sul vuoto (il percorso non è particolarmente adatto se soffrite parecchio di vertigini e, nel caso di cani di piccola taglia, probabilmente dovrete portarli in braccio nei tratti con le scale). All’ingresso vi verrà fornito anche un caschetto che dovrete indossare obbligatoriamente per tutto il tragitto all’interno delle gole, per proteggere la testa dove le rocce sono più sporgenti. La parte finale dell’itinerario sarà per buona parte in salita, attraverso un bosco che vi condurrà alla biglietteria dalla parte opposta; sempre procedendo con molta calma per goderci il panorama e fare foto, abbiamo impiegato circa 2 ore per completare tutto il giro ad anello.
Il Parco Fluviale Novella è visitabile da giugno a novembre, con orari diversi in base alla stagione e alle richieste dei visitatori, quindi per rimanere sempre aggiornati vi consiglio di fare riferimento al loro sito ufficiale. Nel periodo in cui siamo andati noi (luglio), l’ingresso era ad orario continuato dalle 9,30 alle 15,30 e per il trekking non c’era bisogno di prenotazione, obbligatoria invece per le altre modalità di accesso.
In tarda mattinata, abbiamo raggiunto un’altra meta che ci era stata consigliata senza indugi dai nostri host, e che purtroppo sarebbe stata anche l’ultima del nostro weekend in Val di Non: il Santuario di San Romedio, distante appena 10 minuti di macchina dal Parco Fluviale Novella, costruito su uno sperone roccioso alto 70 metri e considerato l’eremo più conosciuto del Trentino. Per raggiungere questa attrazione bisogna lasciare l’auto gratuitamente nel parcheggio indicato, e proseguire obbligatoriamente a piedi per una salita di 10 minuti circa; molto più scenografico è il percorso panoramico che dal paese di Sanzeno conduce a questo punto di interesse in un paio d’ore, ma noi abbiamo scelto la strada più veloce per mancanza di tempo.
Anche il Santuario di San Romedio si sviluppa all’interno verso l’alto, quindi considerate che dal portone di ingresso ci sono altri gradini da fare (131 per la precisione, alcuni dei quali abbastanza alti), che conducono attraverso una serie di chiesette e cappelle al piccolo terrazzino panoramico che spazia su tutta la vallata. Considerate che qui i cani, anche di piccola taglia, non sono ammessi.
Nella zona sottostante al santuario si trova una grande area in cui vive un orso, che noi però non siamo riusciti a vedere, e un piccolo bar dove ristorarsi; noi abbiamo scelto però di non fermarci ma di provarne un altro poco fuori dal centro di Sanzeno. Dopo un pasto alla buona e tante chiacchiere, siamo ripartiti tristemente alla volta di Bologna.
Questo weekend in Val di Non è stato un vero toccasana sia per l’umore che per le temperature, decisamente più gradevoli rispetto all’afa cittadina. E voi? Avete già avuto modo di visitare questa parte del Trentino Alto Adige?